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STARRY EYES regia di Kevin Kolsch, Dennis Widmyer

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  17/07/2015 11:05:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sfrenata ambizione di Sarah potrebbe essere paragonata a quella delle ormai celeberrime "olgettine", pronte a tutto pur di raggiungere il successo e occupare stabilmente un posto al sole.
In questo caso abbiamo un'aspirante attrice non priva di qualità (la brava Alex Essoe) costretta in leggings di discutibile eleganza a zampettare tra i clienti di un fast food in attesa del tanto agognato provino della svolta.
Nel suo datore di lavoro è già distinguibile uno spaccato del microcosmo di cui la ragazza fa parte. Finto perbenismo e incapacità di guardare oltre il proprio misero interesse imperano; gli amici sono poi il connubio perfetto tra impasse totale e parole gettate al vento. Bloccati in uno status di torpore adolescenziale blaterano di sogni professionali come fossero in una piece teatrale attendendo che la grande occasione piova dal cielo.
Da quel mondo Sarah tenta la fuga, non perché sia migliore degli altri, ma semplicemente perché a differenza di loro vanta un'arma vincente da sfoderare: ovvero barriere morali inesistenti.
L'intuizione vincente del duo Kolsch-Wydmer sta proprio nell'eleggere a protagonista una figura respingente, insopportabile, talmente arrivista da non vedere quanto sia peggiore di coloro che disprezza celando il proprio snobismo sotto una fasulla coltre di timidezza.
Alla fine la grande occasione arriva, senza grande originalità il patto più vecchio del mondo viene suggellato attraverso una fellatio.
Didascalico nella scrittura dei personaggi diabolici –accettabili solo secondo un'ottica ossessiva che rende incapace la ragazza di intendere- scontato nella definizione del compromesso come unico mezzo, "Starry eyes" tuttavia non delude; ad una parte introduttiva efficace fa seguito un'inaspettata accelerazione gore in cui il disfacimento corporale (mi ha ricordato l'altrettanto buono "Contracted") e la violenza prendono il sopravvento. C'è poi un messaggio a sfondo sociale e politico, pur non troppo reazionario è cosa non poi così scontata nell'horror moderno.