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INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  13/11/2014 02:20:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'e' dubbio che, umanamente, sia il piu' importante film di fantascienza contemporaneo da circa due decenni a questa parte. "INTERSTELLAR"resta un esperienzacvisiva e filosofica da non perdere. Nolan raggiunge il massimo quando racconta lo zenith temporale sul destino dell'uomo, e la grande forza utopica di un'umanita' che cerca nell'esistenza ultraterrena la sua massima ispirazione. Filtra pertanto una "salvezza universale" che puo' sembrare retorica, ma drammatocamente realista. Il mondo di "Interstellar" non e' piu' il sogno falista degli anni sessanta, ma una concreta, per quanto incredibile, possobilita'. Sono mondi paralleli, terreni o cosmici, che ambiscono a colmare misteri costruiti attorno al primo uomo sulla luna, con buona pace dei referenti idrologici. Qualche dubbio sul piano tecnico-stlistico permane, v. verso l'epilogo finale dove sembra di rivedere un remake di Amabili resti di P. Jackson. E' quando Nolan si ricorda troppo di se stesso e diventa autoreferenziale. Ma poi la lotta cosmica tra due uomini (eccellente Matt Damon), e la solitudine di Anne Hathaway nei panni della figlia di Michel Caine (un sorprendente 82enne in piena forma) restituiscono un "Corpo vitale" che travolge ogni aspettativa. E il massimo stupore racconta un'Infinito che si stringe attorno a noi, per decenni di vita, a catturare il monolite Kubrickiano che reckama salvezza umana o nostalgia per la lontananza. Due oppisti mondi anche nella vita
terryone  13/11/2014 22:58:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel tuo commento trovo scritto perfettamente tutto ciò che diventa necessario pensare dopo la visione del film. Mi discosto solo un po' dal pensare "utopica" la fonte d'ispirazione ultraterrena dell'umanità. Sì, nel film si comprende "all'interno dell'uomo" la rete di relazioni create, appunto, "interstellar" ... ma nel film il problema principale non è l'esistenza ultraterrena ma una via di salvezza terrena su un altro pianeta. Non si nega nè si afferma l'ultraterreno. Direi, invece, che nell'amore relazionale pare nascosto l'infinito mistero e collante dell'universo. Se fosse una tesi - pur se ovviamente sul piano cinematografico (dello spettacolo, dell'intrattenimento, del linguaggio, anche) -, lascerebbe aperta una porta per un "dottorato"; cioè si ferma e non va oltre, ma "ammicca". Basti pensare all'intuizione fondamentale della Hathaway scambiata per eccessivo coinvolgimento affettivo a discapito di una soluzione più "razionale". Le grandi scoperte, così come i grandi misteri della vita o della morte, partono da altrove, da intuizioni, da relazioni. Sì, ebbene, sono una teologa :) ... e il punto fondamentale della fede è proprio l'amore, il principio relazionale; l'essere dell'uomo a "immagine e somiglianza di Dio" che si autodichiara "Amore" ci rivela il volto dell'uomo, l'essenza dell'uomo. Mi scuserai l'essere andata forse troppo oltre il cinema o il messaggio del film. Era solo un piccolissimo appunto su qualcosa che potrebbe benissimo rimanere aperto. Grazie, comunque, del bellissimo commento
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  13/11/2014 23:35:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie a te...ho visto, Ci ho visto il capitalismo scientifico che rovescia il sogno hippie di decenni fa...proprio ai tempi della spedizione lunare. Certo, il forte legame familiare e' tipico della societa' americana per intenderci. Quanto all'uomo, non posso che ricordare Cronache marziane di Ray Bradbury, ma se ci pensi all'inizio del film si parla di "tanti pianeti e nessuno in grado di mantenere un'esistenza fisica una tolleranza da parte di noi terrestri"
Invia una mail all'autore del commento williamdollace  15/11/2014 16:34:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il tuo commento è senz'altro meglio di questo baraccone di Nolan, che citando l'amore (a suo modo) lo ridicolizza