carsit 7 / 10 14/11/2014 10:21:04 » Rispondi Sempre tantissime aspettative, campagne pubblicitarie dirompenti e invadenti, e poi finalmente ci si confronta il "capolavoro " di Nolan. Dal punto di vista tecnico gli elogi si sprecano: visivamente parlando siamo ad alti livelli ( non ho visti Gravity), l'attore principale è assolutamente in palla, le musiche di Hans Zimmer mi hanno convinto e soprattutto ho trovato suggestivo il montaggio alternante sonoro-silenzio-sonoro-silenzio che offrono un'idea esatta dello spazio nella quale non si diffonde il suono. Discreta, non ottima, anche la prima parte distopica dell'umanità, seppur vengano tralasciati alcuni punti che meritavano un'approfondimento maggiore. Tralasciando alcuni buchi di sceneggiatura che i commenti prima di me hanno elencato con esaustività, mi accingo a commentare l'ultima parte. Non mi capitava da tempo di commuovermi per una scena in particolare, che mi ha stretto il cuore in maniera sincera:
Quando il protagonista, tornato dal pianeta acquoso, scopre che sono passati 23 anni e che nel mondo la vita è andata avanti e quindi anche i figli sono cresciuti ed hanno costruito una famiglia, etc..
Il problema che secondo me affossa il film, oltre alla sceneggiatura non granitica, è proprio la gestione finale della singolarità del buco nero.
Troppo paraculata che l'umanità nell'altra galassia ha sviluppato la quinta dimensione e quindi anche i dati che permettono alla terra di colonizzare altre pianeti e salvare l'umanità. Alla fine questa umanità altra manda messaggi con la forza di gravità per comunicare e attirare il protagonista nell'altra galassia e salvare l'umanità nella sua linea temporale. Quindi il fantasma dell'inizio non è altro che lo stesso protagonista che è già in atto nella quinta dimensione, perchè stiamo parlando di un loop circolare che configura un paradosso. Un pochino intricato ed alla fine anche abbastanza risibile come soluzione, da Nolan mi aspettavo molto di più.
Le sequenze dopo il buco nero risultano a mio parere un pò confusionarie e poco chiare, anche perchè si salta tutto un pezzo sul "come" si siano concluse le cose. Capolavoro? no, assolutamente no. Buon film? Certamente, e dei momenti che sfiorano il capolavoro ci sono, ma sono numericamente inferiori ai momenti un pò più superficiali e "alla carlona" che la pellicola ci propina. Ho preferito Nolan in Inception, Memento e soprattutto The prestige ( il mio preferito del regista).
Manticora 16/11/2014 11:48:20 » Rispondi Aspetta, hai capito male, l'umanità ha sviluppato il viaggio nell'iperspazio, sfruttando i buchi neri, ma tutto questo grazie ai calcoli che Jessica Chastain ha rifatto
grazie al padre, cooper, che glieli ha inviati, anche se questo non sarebbe stato possibile, senza l'aiuto fondamentale di Tars, il robot, che finendo nel buco nero ha raccolto i dati sulla fisica quantistica dello stesso, li ha elaborati(d'altronde è un computer) e li ha inviati a Cooper, che li ha trasmessi in linguaggio binario, con la lancetta dell'orologio, e con questo ha praticamente cambiato il presente, che lui non aveva vissuto dato che era finito in un a singolarità, un paradosso che secondo me alla fine regge tutta la trama, in maniera egregia, e non era certo facile...
carsit 16/11/2014 14:30:56 » Rispondi Sisi, avevo compreso anche quello. Non mi sono messo a specificare tutto perchè sennò mi dilungavo troppo. è un paradosso che può piacere, io invece sono rimasto un pò deluso da quello che propone Nolan alla conclusione. Ripeto, Memento e The prestige li ho trovati più efficaci e creativi, questo era fin troppo lineare e pieno di errori e piccole scempiaggini che da NOlan non mi aspetto. Per carità, buon film, sa emozionare ( con me lo ha fatto), sa essere epico in alcune sequenze già citate, però capolavoro penso proprio di no.