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INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

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wallace'89     8 / 10  05/04/2015 22:14:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il più difettoso e al contempo maestoso risultato raggiunto da(i) Nolan.
Puntano in alto come sempre e stavolta il referente è la fantascienza di stampo Kubrikiana ( le citazioni si sprecano) eppure il risultato è tutt'altro che un posticcio pastiche celebrativo della fantascienza che fu (benché sia comunque differente da quanto avreste potuto trovare in sala, etichettato con il genere, da almeno un decennio e più).
La sua fondamentale matrice è completamente nolaniana, si respira l'aria e la filosofia del suo cinema sospeso tra ambizione ed entertaining, guidato sopra tutto da uno spirito geometrico (escheriano?) che riveli i livelli della mente e i suoi paradossi.
Qui la mente e l'intelletto sfidano le leggi della fisica, del tempo e del possibile, come a stabilire una lotta dialettica tra l'uomo e la natura, e come questa sia dall'uomo (o da "altri"?) ri-plasmata.
E allora anche "l'amore", tra un padre e una figlia, può diventare una potente forza fisica in grado di rompere la terza dimensione e sfidare le barriere temporali.

Ed il cinema di Nolan trovare la quadratura del cerchio, rompere con la freddezza più razionalitica, diventare assurdo e più (in)credibile ed emozionale.

Se il film inizia (bene), permeato dalle tinte contrastate di una buona fotografia che detta mood, serioso as usual, ed atmosfera, piano piano scivola nel didascalico come Inception per spiegare allo spettatore le regole interne, per filo e per segno, del mondo finzionale inscenato che vuole a tutti costi fare i conti con la realtà. Ma stavolta l'intentio auctoris non stucca (evitando la sensazione di gioco fine a se stesso, come per certi versi Inception), invitando a seguirne la complessità.
Non sono i momenti migliori del film, puramente preparatori, ma sono in grado di non far perdere l'attenzione allo spettatore più curioso, procedendo verso l'ultimo atto, non prima di aver sfiorato il thriller e impennato la suspense (con dinamiche ed eventi, forse, non pienamente credibili da un punto di vista dello screenwriting) facendo precipitare le cose per il peggio.
Il montaggio da qui in poi non sbaglia un colpo intrecciando diverse linee spazio-temporali (da sempre vera cifra stilistica del cinema del regista), enfatizzato dallo score meraviglioso di Hans Zimmer, e avviando la pellicola verso un autentico segmento di cinema visionario come non se ne vedeva da anni, in cui la regia crea , letteralmente, spazi nuovi per il grande Schermo, sfiorando il sublime.

E il momento più pazzesco che pure rischia la retorica e il ridicolo, e proprio per questo si fa più amare incondizionatamente. La bravura degli attori aiuta a toccare le corde giuste e far sì che venga ascoltato un concetto importante, che mai si sarebbe pensato essere il cuore pulsante di questa nuova odissea spaziale che ci mostra come la razza umana potrà continuare a prosperare grazie o contro sè stesso. Bellissimo.