dagon 7½ / 10 13/11/2014 20:14:06 » Rispondi Con una fotografia desaturata e glaciale, che sconfina quasi nel bianco e nero e che si avvicina alle foto arrivate da nonni e bisnonni sopravvissuti all'ecatombe della prima guerra mondiale, il film di Olmi si pone come una sorta di "documentario intimista" in una trincea italiana nel 1917. La scelta stilistica del regista è all'insegna dell'austerità, la musica è quasi totalmente assente, i dialoghi sono ridotti al minimo e tutto è immerso nel silenzio ovattato di una neve alta 4 metri; silenzio rotto dal sottofondo di una tuonante artiglieria che fa quasi da costante tappeto sonoro. Il freddo ti penetra nelle ossa e ti senti quasi in colpa per essere al calduccio della tua sala cinematografica, mentre ti immedesimi in un gruppo di poveri cristi devastati fisicamente e psicologicamente. Il film non ha la potenza ed il vigore di altre pellicole belliche più classiche sulla prima guerra mondiale, ma non mira neppure ad averla, scegliendo un approccio minimalista che ha comunque la sua efficacia.