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MINORITY REPORT regia di Steven Spielberg

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Invia una mail all'autore del commento NNIICCKK     9 / 10  29/01/2006 14:21:54 » Rispondi
Il film si muove a tinte fosche nel migliore stile cyberpunk, un futuro angosciante dove da un lato la supertecnologia regna sovrana, dall'altro esistono ancora i ghetti dove diciamo che la pulizia e l'ordine non fanno la parte del leone. Una cosa che mi ha fatto "impazzire" è stato l'utilizzo di un filtro blu nelle immagini girate nella città, per rendere al meglio quella sensazione di oppressione d'animo; non solo tinte scure, alla Blade Runner per intenderci, ma quel blu a farti sentire la presenza di tutto quel metallo, di tutta quella tecnologia che ti circonda, ti stringe, è sempre presente... cammini per le strade ed i cartelloni pubblicitari ti scansionano gli occhi vedono chi sei e ti danno del tu, tanto per fare un esempio! Non menzioniamo i giornali che si aggiornano in tempo reale, i proiettori olografici per le foto di famiglia o tutti quei sistemi che ti monitorano passo dopo passo nella città.
A questi luoghi si oppongono le visioni dei locali all'aperto, le case in campagna, immerse in un verde quasi innaturale :-)

Il film gira intorno anche alla personalità di John: uno sconosciuto rapì, forse uccise, suo figlio, e da allora la sua vita è cambiata, non vuole che queste cose si ripetano mai più (ecco perché così tanto tiene a questo progetto), è divorziato, è dedito a sostanze stupefacenti, e ciò non gli rende onore. Non gli rende onore in particolare agli occhi della commissione che deve valutare il suo lavoro, e nella sua psicosi lo vede troppo soggetto ad essere responsabile di... eventuali errori umani.

Le domande sollevate dal film, di natura filosofica e morale, sono tante. Una delle prime cose che, ammetto, mi ha fato impressione è come l'esaminatore, del quale non ricordo il nome, entra di nascosto nella casa di John e scopre le sue psicosi, la sua paranoia per ciò che è successo al figlio, la sua dipendenza alle droghe... e tutto ciò costituisce un capo d'accusa su di lui (John) e sul suo lavoro.... senza che ci sia stato un minimo di mandato di perquisizione! Dove è la privacy? In un futuro possiamo permetterci che chiunque entri nelle nostre case a frugarci nei nostri panni, o che mandi i sui ragnetti spia nella nostra intimità, facendo breccia nella nostra vita personale? (l'episodio nell'albergo è inquietante, per certi versi).

Ma che dire sulla legittimità di arrestare le persone prima che esse compiano i delitti? Ma siamo veramente sicuri che lo faranno? Se non esiste il libero arbitrio allora il discorso non si pone, ma il film si sofferma sulla capacità di scegliere, per ogni uomo, il suo destino! Emblematica è la scena del previsto assassinio da parte di John, ma si intuisce subito dove si vuole andare a parare.
E guardando il numero enorme di persone arrestate "preventivamente" in quei 6/7 anni, siamo veramente sicuri che essi siano degli assassini? Il dubbio c'è, un "rapporto di minoranza" che cambia le carte in tavola... ma possiamo benissimo ignorarlo e arrestere chiunque su di cui si abbia un minimo sospetto.

E' normale fare il paragone con l'attuale situazione dell'Iraq, è lecito autorizzare una azione di guerra pensando che forse un giorno il previsto nemico potrebbe forse attaccarci? Il film dice chiaramente che ciò non è giusto, e questo stranamente cozza contro le opinioni rilasciate di Spielberg e Cruise sull'argomento. Mah! io propendo per il film :-)

Il film mantiene l'atmosfera di attesa per gran parte della proiezione, soprattutto nel 2° tempo. Si rimane incollatoi chiedendosi se alla fine il futuro verrà cambiato o no, la dose di suspense è alta e, a mio avviso, ben pesata. Il finale ammetto che mi ha impressionato positivamente; il film poteva peccare di entrare nella retorica (ed un po' lo fa) o nello scontato, ma l'ultima mezz'ora, quella che lo spettatore non si aspetta perché crede che il film finirà un po' prima, è un continuo susseguirsi di pseudocolpi di scena (ma ormai lo spettatore moderno si apsetta tutto :-)) che ... tengono incollati.

L'interpretazione di Cruise per me è stata ottima, a me piace lui (non pensate male) e credo il ruolo lo ha svolto più che bene.
Il film prende la base dal racconto di Dick, ne prende le ambiantazioni, ma da queste base si sviluppa un po' autonomamente, per cui o fanatici dei racconti non vi aspettate una copia.
Un buon film, a tinte fosche, con tensione ed azione al punto giusto, e gli effetti speciali sono onnipresenti ma non eccessivi... il centro del film è la storia!!!