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BIRDMAN regia di Alejandro Gonzalez Inarritu

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  12/02/2015 21:05:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con Inarritu ho un rapporto controverso. I suoi film a incastro mi sono spesso sembrati ottimi esercizi di stile Arriaga docet ma anche storie emotivamente studiate a tavolino. Ma stavolta e' tutto un altro discorso, senza dimenticarci che dietro le quinte ci sono Anorofsky ("the black swan") e cassavetes ("la sera della prima"), forse pure Sodelbergh. Inarritu costruisce un mosaico barocco e grootesco, scenicamente superbo, che farebbe impallidire un anonimo film di Sofia Coppola premiato (proprio) a Venezia qualche annetto fa. E' la sublimazione letterale, non letteraria (Carver come ultimo dei minimalisti da palcoscenico) della fama a tutti i costi ("Non sei un attore sei una celebrita'") che raggiunge il culmine nel duello verbale tra Keaton e la giornalista in un bar, in una delle sequenze piu'memorabili del cinema moderno. Inarritu ferisce, comunque, come un tempo,mostrando l'isteria divistica - strepitoso come al solito Norton - anvisa da quel corrispettivo da box office dove un effimero idolo da Blockbuster puo' realmente diventare l'alter ego per le ambizioni e le ambiguita' di un Uomo che cerca di diventare un vero attore. E' sicuramente il miglior film del regista, e la sua forza non e' tutta solo nella strepitosa interpretazione di Keaton. Esiste anche una metropoli tanto veritiera e credibile da rendere spossata la sua verita' piu' aumenta la sua non comune eccentricita' piu' il linguaggio e' credibile, come si deve a citta' che e'impossibile raccontare in modo "normale"