Cagliostro 4 / 10 28/09/2016 10:45:41 » Rispondi Non posso condividere l'entusiasmo dei commenti che precedono. Li ho anche letti con attenzione per capire se fosse sfuggito a me qualche cosa di questo gioiellino che gioiellino non è e spiego subito il mio personale punto di vista.
Questo film potrebbe essere definito un (abominevole) incontro fra la cinematografia di Michael Haneke e quella di Jee-woon Kim.
Il connubio è insensato: la violenza efferata e gratuita non è violenza gratuita se alla base c'è un trauma che ha creato una degenerazione psichica e più specificamente:
qui si parla di una tragedia familiare, di un doppio rapporto diadico (quello madre-figlio e quello fra fratelli gemelli) spezzato da un lato e irrimediabilmente compromesso dall'altro, schizofrenia gravissima, scissione dell'io, interazione intermittente fra madre e figlio, falsa percezione di sé e falsa percezione dell'altro e si potrebbe continuare a lungo...
Delle due l'una: o la violenza è gratuita o è motivata.
Il film è scritto malissimo, con dialoghi pessimi e situazioni irritanti: chi lo osanna ha visto la sequenza che vede protagonisti i due raccatta fondi della Croce Rossa? Ah ma forse i due registi volevano scivolare nel grottesco e io non ho capito il cambiamento di registro? No, così non è: hanno semplicemente scritto una scena pessima oltre che irritante e l'hanno girata pure male.
ritorno del bambino a casa accompagnato dal prete? da quel momento in poi il film è un a rovina! vediamo di capire bene che cosa hanno scritti questi due autori sopraffini produttori di capolavori intellettuali: una donna (frivola e che si è fatta una plastica in apparenza) ha avuto un grave incidente, ha perso un figlio, si è dovuta sottoporre a un intervento di ricostruzione facciale e il figlio superstite da gravissimi segni di squilibrio e di violenza. questi sono i fatti fin dall'inizio del film. la donna sa che il figlio interagisce col gemello defunto fingendo che sia ancora vivo. la donna sa che che il figlio si è liberato del senso di colpa di essere il sopravvissuto attribuendo la responsabilità di tutto alla madre di cui mette in discussione la stessa identità, forse il figlio esercita anche violenza sugli animali (il gatto morto può essere morto per vari motivi, ma la madre trova il gatto morto messo dal figlio nella vasca in salotto... la cosa è evidentemente grave). e in un contesto simile il genitore non ha nessun supporto psicologico? non affida il figlio alle cure di nessuno? ah, ma la madre è un genitore cattivo! No, così non è perché i due autori di questa roba hanno anche voluto giocare all'inversione (solo narrativa e non ontologica) dei ruoli di vittima e carnefice: prima cerchiamo (e nemmeno ci riescono) di fra passare per cattiva la mamma e per vittima il figlio; poi facciamo vedere che la vera vittima è la madre. quindi la madre al masso è una deficiente, ma non è cattiva. e poi cosa succede? Tuo figlio, con tutti questi problemi manifesti, scappa di casa e un prete te lo riporta. Appena sei sola con lui il bambino scompare e tu non sai dov'è e tu che cosa fai? te ne vai a dormire... eccerto. Ma il piccolo si è nascosto sotto il tuo letto così, mentre dormi riesce,senza svegliarti, ti lega in maniera che nemmeno Houdini sarebbe stato capace di immaginare. Voi mi direte: non hai guardato il film con attenzione, la madre ha preso una delle sue pillole. invece, l'ho guardato e ho visto pure questa cosa quindi ricapitoliamo: dopo tutto quello che è successo e con tuo figlio che sai che è in casa ma è sparito tu prendi una pillola (quelle pillole potrebbero essere qualsiasi cosa da antidolorifici ad antibiotici, tutte cose che devono essere assunte dopo un intervento chirurgico come quello da lei subito) che ti fa dormire. quindi ti metti volontariamente in uno stato di incoscienza malgrado senza sapere che cosa sia accaduto a tuo figlio malato di mente... vabbé la sospensione dell'incredulità, ma qui si pretende troppo. Ah, ma forse la povera mamma non aveva capito quanto stesse male il figlio, no... però dopo che ti tortura forse te ne sarai resa conto e quindi che fai quando riesci a liberati e gli tiri addosso il piumone? scappi come una mentecatta. è un bambino di 9 anni, non un bruto alto due metri capace di sottometterti fisicamente e poi non è un estraneo che ti ha rapita è il tuo bambino superstite, perché uno già ti è morto, e malato. Non cerchi di proteggerlo, malgrado le torture che ti ha fatto subire, neutralizzandolo o intrappolando (per esempio chiudendolo nella stanza e chiami immediatamente assistenza sanitaria, no? corri come una mentecatta, inciampi in una trappolona... un filo teso e il trauma che subisci è così grave da farti perdere conoscenza e da permettere al bambino di fare di te quello che vuole? cari autori, ditelo da subito che non sapevate come risolvere le vostre c.azzate narrative e vi siete abbandonati ai più ridicoli e biechi cliché.
Insomma il film è scritto malissimo e si sottrae anche alle più elementari regole di grammatica cinematografica. per esempio:
Che il bambino è uno solo, che è vittima di una scissione dell'io, che è schizofrenico lo si capisce fin dal primo incontro con la madre. e lo si capisce non perché noi spettatori siamo degli osservatori sopraffini, ma perché è esplicitato in modo palese. Onestà narrativa direte voi. incompetenza narrativa, dico io. Onestà narrativa è quella di Two Sisters, è quella di The Prestige in cui la prevedibilità non inficia in nessun modo l'impatto emotivo della rivelazione/presa di coscienza perché gli autori hanno saputo andare oltre il semplice coup de theatre. Ma qui no! quello che 'sti due autori ci dichiarano fin dalla prima scena del film alla fine è anche il solo colpo di scena (si fa per dire) del film. nessun risvolto ulteriore, nessun messaggio... quando il film finisce non lascia assolutamente nulla se non la sensazione di aver gettato via un'ora e mezzo della propria vita.
quindi sostanzialmente è proprio l'impianto narrativo di questo film che fa schifo. anche la regia è mediocre perché è supponente e fuori registro narrativo, ma queste sono scelte stilistiche su cui si può passare sopra, ma la scrittura no. Scrivete un film con una coerenza narrativa intrinseca e avrete scritto un film... qui si parla di ritornare alla scuola elementare. Il solo attore convincente è Susanne Wuest. I due gemelli sono in parte, ma spesso fuori dalle righe. Il prete e i due della Croce Rossa sono imbarazzanti.
Mi dispiace, ma un film del genere non lascia nulla, non regala emozioni e racconta un dramma psicologico ormai abusato e che altri autori degni di essere definiti autori hanno saputo raccontare molto meglio, con coerenza narrativa regalando un forte impatto emotivo, nel rispetto della grammatica cinematografica, dei risvolti psicologici e della struttura filmica delle loro opere. qui non siamo neppure all'ABC.
Cagliostro 28/09/2016 10:59:04 » Rispondi chiedo scusa per le mie imprecisioni sintattiche dovute alle varie volte che sono stato interrotto durante la stesura del commento e che poi, pigramente non ho riletto...
e mi sono dimenticato pure di citare gli infelici riferimenti alla filmografia di Aldrich... ma pazienza...
Elfo Scuro 04/02/2023 04:32:52 » Rispondi Secondo me vi è una lieve ed efferata critica su piccolezze che sono comunque dei mezzi narrativi e basta.
Non stiamo parlando di un capolavoro della prima decade del duemila, però è girato bene ed è al di fuori di determinati canoni fin troppo americani. Se nel futuro hai poi visto "The Lodge" capirai bene dove vuole parare il riferimento.