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DUE GIORNI, UNA NOTTE regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  23/11/2014 02:31:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ultimo Dardenne, che mi e' parso piuttosto sottotono rispetto allo standard elevato delle loro produzioni. I fratelli belgi tornano quasi alle origini esplorando il loro stile minimalista, che puo' confondere, attrarre oppure apparire quantomeno spocchioso, a tratti. Si torna a rievocare il buon Robert Bresson, e ci guidano due ottimi autori che non fanno morale non giudicano ma PRETENDONO da ciascun spettatore la propria personale identificazione di pensiero. Come Rosetta, neanche Sandrà suscita totalmente la mia empatia, forse perche' non sarei mai capace per nessuna ragione di elemosinare consensi tra i colleghi. Ma il punto di forza del film e' un altro, la meschina capacita' di un datore di lavoro di barattare bonus al posto di una dipendente, e la totale passivita' complice dei dipendenti di accettare simili ricatti morali. Al punto che qualcuno in malafede pretende da Sandrà di non essere tanto velleitaria contro certe regole, cfr. Parlando di "soldi nostri". Se fosse stato diretto da Loach, "Due giorni, una notte" avrebbe preteso quantomeno la presenza di un Sindacato dei lavoratore, e Manu agisce senza minimamente chiedere aiuti "esterni", perche'???
Stupendi comunque quei rari momenti liberatori davanti alla musica in autoradio, ascoltando Petula Clark e soprattutto "Gloria" dei Them, guardacaso targati entrambi 1965, che significato avra' avuto mai per i Dardenne questa data? Qualcuno mi risponda...
Ma forse stavolta a non convincermi del tutto e' proprio l'approccio stlistico del film, troppo monolitico anche per il peso morale di tutta la vicenda. Un buon film minore di due autori spesso incantevoli ("Le fils" su tutti) che hanno influenzato il cinema europeo e non solo (v. Sundance festival) e proprio per questo da loro e' lecito aspettarsi anche di piu'