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DUE GIORNI, UNA NOTTE regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne

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amterme63     8½ / 10  23/11/2014 21:55:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I fratelli Dardenne si confermano i registi-sceneggiatori che meglio di tutti riescono a continuare la tradizione realista nel cinema europeo, portando sullo schermo storie umanamente molto intense, che ci mostrano quanto sia ormai difficile, se non impossibile nella società attuale, vivere in maniera dignitosa e solidale.
Con "Due giorni e una notte" si tocca con mano (anzi con animo) come l'attuale sistema economico capitalista scarichi i costi della sua crisi sui più deboli, mettendoli letteralmente gli uni contro gli altri, in un'assurda guerra fra poveri.
L'arma forte dei due fratelli è come al solito l'occhio della mdp appiccicato addosso ai protagonisti, inseguiti, braccati nel loro agitarsi e combattere in situazioni difficili e penose. In "Due giorni e una notte" la mdp ci fa stare letteralmente dentro l'animo di Sandrà, ci fa provare in maniera diretta tutte le sue angosce, le sue ansie, i profondissimi scoramenti, i momentanei sollievi e poi di nuovo cocentissime delusioni, in un'altalenarsi che metterebbe a dura prova qualsiasi animo umano. Tutto questo per poter mantenere una posizione economica stabile e tranquilla, l'unica che consente di vivere in maniera soddisfacente nell'attuale società. Altrimenti in agguato c'è l'incertezza, la precarietà, il sacrificio, la rinuncia.
Tutto questo è il prodotto di un sistema economico che non conosce pietà o considerazione per i più deboli, anzi si accanisce proprio contro di loro (la storia di Sandrà ce lo fa capire bene). Indifferente ai dolori delle persone, è persino crudele nel volere far scegliere alle stesse vittime, quale fra di loro sacrificare al dio Denaro.
Questo gioco al massacro fa capire che la solidarietà, la rinuncia a sé per gli altri, è un dono raro, sui cui non fare eccessivo affidamento. Il film è quasi didascalico a proposito, proponendoci tante figure di persone chiuse nel loro privato, aggrappati al poco di benessere che viene loro concesso, poco disposte a rinunciarci. Tutte persone smarrite, incerte, non si chiedono se tutto ciò è naturale, e soprattutto si dimostrano disposte a fare solo quello che tutti gli altri fanno (tutti a domandare quanti e chi sono i favorevoli e chi i contrari).
La terribile esperienza vissuta da Sandrà (da non augurare a nessuno, io non avrei mai avuto la forza di fare quello che ha fatto lei) le ha però insegnato qualcosa di importante: l'umano conta più dell'economico (ha la fortuna di avere un marito che la sostiene sempre, trova insperatamente comunque persone disposte ad aiutarla); in fondo non è finita, la vita può continuare, soprattutto tenendo la schiena dritta, rifiutando di sottostare al gioco al massacro che le viene proposto come unico modo (direi in maniera spudorata!) per mantere il lavoro.
Mi è capitato raramente di soffrire così tanto per un personaggio in un film. Purtroppo sono problemi che ci posso toccare. Può capitare a tutti di avere problemi di salute. In un futuro, quando si potrà licenziare liberamente per cause economiche (come è il caso di Sandrà), saranno proprio i più deboli e svantaggiati, oppure quelli più invisi ai quadri intermedi, a pagarne le conseguenze.
Guardare questo film vuol dire comprendere cosa ci aspetta.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  25/11/2014 11:26:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo, caro Luca, per "ragioni economiche" (non sempre vere) si può già licenziare senza eccessiva fatica. Quel che ci aspetta è ben peggio: si potrà licenziare liberamente, senza alcuna "giusta causa" in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo (anche palesemente discriminatorio). Si realizza il sogno dei neo monetaristi della Scuola di Chicago: un mondo globalizzato diviso tra pochissimi, potentissimi straricchi e una maggioranza di medio-poveri in perenne, feroce competizione tra loro. Soprattutto s'è realizzato il grande sogno della Destra statunitense: la distruzione del modello socialdemocratico europeo, vera "bestia nera" del Capitalismo (iper)liberista. Svanito il tentativo di costruire una società più attenta al valore dell'uguaglianza e delle (vere) pari opportunità, ora la vera domanda è: cosa ci attende al suo posto? Questo film dà una prima risposta.