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MAGIC IN THE MOONLIGHT regia di Woody Allen

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     6 / 10  14/01/2015 14:54:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo il periodo inglese, spagnolo, francese, è seguito quello tragico italiano, poi capatina sotto il Golden Gate e rieccolo come norma vuole che l'assassino ripassi sul luogo del delitto, Allen torna oltralpe a rievocare i fasti di una mezzanotte a Parigi. E alla soglia degli 80 anni non tradisce la cadenza annuale, appena assunto da Amazon per dirigere una serie tv e con un altro film in cantiere con la nuova musa Stone, Allen instancabile stacanovista non lesina qualche cartolina ritraente la Costa Azzurra, qualche ripresa en plein air per non scordarci che siamo in presenza della culla dell'impressionismo, il clima suscita quell'atmosfera da sognatore, come Owen Wilson turista tra i vicoli, tra i bouquinistes lungo la Senna, formalisticamente non sbaglia una virgola, lucido ed accademico, però volente o nolente il suo è un disco rotto, la punta della sua matita è ormai smussata, i canovacci reiterati, macguffin che conducono sempre al solito epilogo, anche la direzione stavolta è sommessa, cambiano le location ma il suo è un autoplagiamento continuo, nelle intenzioni riproporre quell'ottimo ritratto di un alter ego cinico-pessimista, Boris, e il suo sguardo sul mondo in 'Basta che funzioni' dove tanto per parafrasare il titolo funzionava pressoché tutto, nel quale tra Larry David e la Wood c'era una chimica palpabilissima, cosa che qui non gli riesce. Compitino o no il film mantiene l'allure alleniano, non scade nel grezzo come a Roma, ma in relazione al suo magnum opus è qualitativamente sotto media e questo da metà anni '90 in su non è più una novità.