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PINOCCHIO regia di Roberto Benigni

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adrmb     5½ / 10  11/04/2016 09:54:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
(Attenzione, contiene spoiler)

Questo film secondo me non sarebbe affatto male - voglio dire, la storia nella gran parte dei casi segue fedelmente il testo di Collodi, e questo non può che esserne bene, data la bellissima storia di partenza, no? - ma secondo me ha due ENORMI pecche che incidono fortemente sulla riuscita dell'opera:

1) Benigni che recita Pinocchio. Per dare l'impressione di interpretare un bambino, il suddetto attore è costretto a usare per tutta la durata del film un forzatissimo falsetto, irritante, isterico e finto laddove pretenderebbe di risultare triste e disperato. Purtroppo 108 minuti accompagnati da questa recitazione stucchevole incidono fortemente - almeno, questo è stato il mio caso - sul gradimento complessivo dell'opera. Il peggio arriva nelle scene tra Pinocchio e Fata, con una combo malefica di recitazione leziosa di lui, e monoespressiva di lei: brutto, brutto, brutto. Non vedo l'ora di rifarmi le orecchie con la versione di Comencini. :P

2) Il tono del film. Ma solo io ho visto cadute di serietà e ridicolaggini ovunque, dall'inizio alla fine? Cosa mi rappresenta Pinocchio che deve rubare la parrucca a Geppetto per convincerlo a saltare dalla bocca del pescecane, o il Gatto e la Volpe che nel mentre uccidono Pinocchio si danno a fuoco e devono buttarsi nel lago? Io boh, ridicolaggini eccessive che spezzano indelicatamente la tensione di quelle scene. Persino sul finale serio, mi ritrovo demotivanti uscite verbali di Geppetto, assolutamente fuori contesto.
Voglio dire, l'ironia nel libro non manca, ma fotunatamente è ben dosata, giusto giusto per alleggerire l'opera dei toni moralistici che mai risultano pedanti; allo stesso tempo non risulta mai veramente invadente, tanto che sul finale, veramente tanta malinconia, non lo ricordavo assolutamente così potente.

In realtà comunque ci sarebbero altre scelte di trama che non m'hanno convinto affatto: l'incipit tra cocchiere e fatina, assolutamente fuori contesto (ma non sarebbe stato meglio rappresentare un onestissimo incontro tra Geppetto e Mastro Ciliegia?), e banalissimo dei dialoghi, laddove pretenderebbe di risultare poetico.
Altri momenti vengono invece sacrificati dalla messa in scena e non possiedono l'incisività che si meritano; ne riporto tre:

1) L'episodio di Pinocchio che si ritrova a fare il cane da guardia rappresenta un'importante lezione sull'onestà e la ricompensa che ne segue; bruttarella la rappresentazione filmica con lui che semplicemente scappa via liberato da Lucignolo, occasione persa per arricchire la psicologia del personaggio;
2) la colazione a casa di Pinocchio a base di panini imburrati e caffè-latte: nel libro legittimamente arriva dopo un periodo di serio studio e impegno, nel film campa un po' per aria così, anche qua: perde completamente di potenza e risulta essere banale e posticcio. Non ci voleva davvero nulla a rappresentare con un montaggio l'anno scolastico di Pinocchio, così da dre maggior enfasi e soprattutto contestualizzazione.
3) La trasformazione-ricompensa. La resa di Benigni non è male, ma m'è risultata un po' incompleta: penso che far vedere Pinocchio che effettivamente vende i canestri e si esercita nel frattempo in lettura e scrittura, avrebbe dato un po' più di respiro al tutto; ma questa è forse la mia "critica" più soggettiva perché ho adorato il finale del romanzo, di tal potenza e malinconia!, tal da rendermi monco quello del film, non brutto di per sé, quello no.

Cosa salvo dunque? Le interpretazioni di Geppetto e Lucignolo, nonché la confezione estetica e le suggestive musiche di Piovane, che anzi non rammentavo così belle.