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THE IMITATION GAME - L'ENIGMA DI UN GENIO regia di Morten Tyldum

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ZanoDenis     8 / 10  21/01/2015 15:57:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fantastico, mi ha appassionato come pochi, film che abbraccia più temi, anche qui, come in "La teoria del tutto" probabilmente il regista è partito avvantaggiato, dato che stiamo parlando di un soggetto straordinario, solo che qui a mio parere è stato sviluppato ancora meglio. Ok lo stereotipo del genio incompreso e con qualche rotella fuori posto, quello ormai è un classico di questo genere di film, però qui il personaggio di Alan Turing ha molte più sfaccettature, probabilmente è stato spremuto tutto il succo possibile da questo personaggio.
Il film viaggia su tre linee temporali diverse, quando era a scuola, in cui si inizia a mostrare la sua passione per la crittografia, la sua riluttanza verso gli altri compagni o in generale una società già violenta e marcia sin da giovane, si accenna, molto timidamente, alla sua presunta omosessualità.
La linea temporale durante la guerra, probabilmente la più appassionante, quella in cui si mostra il vero motivo per cui Turing è famoso, i suoi veri risultati scientifici, il suo contributo nel far vincere la guerra contro i Tedeschi, ma soprattutto nel salvare molte vite umane, nel, come viene detto a fine film, rendere il mondo un posto migliore. Assieme a cio viene mostrato anche il rapporto difficile con i colleghi di lavoro, una specie di mobbing (di cui gia soffriva a scuola) ma anche la sua testardaggine la sua voglia di non mollare mai, e il suo carattere molto particolare, sociopatico, che però anche per riuscire nel suo obiettivo, deve adattarsi e rendersi simpatico ai colleghi, cosa che più avanti risulterà fondamentale. Qui però sottolineo qualche piccola lacuna narrativa che metto sotto spoiler


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La terza linea temporale, è dopo la guerra, quando avviene un furto, o presunto furto, a casa di Turing e i poliziotti cercano qualcosa per incastrarlo, alla fine viene incriminato per omosessualità, questa probabilmente è la parte che fa più rabbia, che mostra come non esista ( o non esisteva, su questo non sta a me giudicare) la meritocrazia, che denuncia i "crimini" del tempo da parte delle forze armate contro gli omosessuali. Da sottolineare un bellissimo dialogo tra Turing e il commissario, sul gioco del giudice, sulle differenze tra gli uomini. Veramente profondo.

In definitiva, si gli altri personaggi giocano tutti ottimi ruoli, ma la star del film è Turing, sia per l'interpretazione carismatica del protagonista, devo dire ottima, sia per la struttura del film, che praticamente ruota tutta attorno a lui.
Ottimo il montaggio che svela le parti piano a piano e riesce ad appassionare, buone anche le scenografie che ricostruiscono bene i periodi storici.

Gran finale, più amaro che dolce, ben equilibrato.

CONSIGLIATISSIMO