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THE IMITATION GAME - L'ENIGMA DI UN GENIO regia di Morten Tyldum

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     6½ / 10  22/01/2015 18:02:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I bramosi fratelli Weinstein hanno fiutato il successo con la sceneggiatura sul biopic di Turing, vita già difficile contenerla in un libro figurarsi in un film, l'altro colpo messo a segno è aver pescato un Tyldum fresco sbanca botteghino in scandinavia con quel gioiellino di 'Hodejegerne' (niente di eclatante ma buon intrattenimento) nella quale osò tantissimo, parabola che si prestava ad un escalation di forzature ma una regia incalzante e priva di pause si sono rivelate carte vincenti.

Il Tyldum che ritroviamo in mano ai Weinstein è diametralmente opposto, classico, accademico, la sua è una regia composta, misurata anche nel servirsi del cast, non prorompe più di quella verve genuina di fondamentale importanza per firmare i successi in patria, si poggia sul protagonista su un manipolo di attori che rasentano la stereotipia, benché tra i quali emerge il Turing ragazzo (Alex Lawther), impossibile soprassedere, alla quale bastano 2 minuti per firmare la sequenza più intensa del film.
Opera rivestita della fisionomia di Cumberbatch, il film gli è cucito addosso e lui ci sta dentro con evidente disinvoltura, traspare approssimazione nel richiamare schematicamente i temi della vita di Turing correlandoli con metafore insopportabilmente didascaliche, non c'è ellissi nella regia di Tyldum è tutto piattamente scontato. La mancanza di linearità narrativa volge proprio a discernere chiaramente la relazione che interpone i vari momenti della vita, ambisce sofisticatezza ma non si cura di mostrare il fianco ad evidenti tagli ad uso e consumo dell'operazione prefissata dai Weinstein. Resta un soggetto parzialmente trascurato, non ottimizzato a dovere, confezionato e lustrinato con propositi di avidità per una notte di fine febbraio.