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LA SAMARITANA regia di Kim Ki-Duk

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JoJo     7 / 10  12/09/2005 23:25:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per un gioco di produzione che permette di far arrivare a casaccio qui in Itialia i film d'estremo oriente, qualche mese dopo il silenziosissimo (in tutti i sensi) passaggio nelle sale di Ferro3, ecco arrivare la nuova toccata e fuga di Ki Duk... che tanto nuova invece nonsi trova ad essere, visto che già venne girata (e fatta uscire) precedentemente a questo. Quest'informazione che apparentemente potrebbe risultare forse nozionistica, ha invece un suo perché: La Samaritana difatti ha in sé i prodromi dell'armonia silenziosa del film che l'aveva seguito. Già, seppur in maniera decisamente minore, compare il gusto del silenzio, accompagnato spesso da una delicatissima colonna sonora, tramite cui Ki Duk riesce ad instillare la sensazione desiderata nello spettatore, il ritmo è sempre lento, lentissimo, anche le scene più movimentate (poche) rimangono comunque sospese in un limbo etereo in cui s'allungano, si diluiscono: ogni minimo gesto risulta sembrare meditato da parte del singolo personaggio. D'altra parte, il gusto orientale per interpretazioni di questo tipo non si può (e non si deve) eliminare dal metodo narrativo di registi come l'autore di questo film (si vedano tutti i remakes hollywoodiani del nuovo millennio che non conservano un grammo del pathos degli originali), perché, in tal contesto, primi piani prolungati ed infiniti attimi di silenzio hanno un loro motivo. Film molto valido perché offre due piani di fruizione: lo spettatore è quasi portato a scegliere se cercarne una visione cerebrale per affannarsi alla caccia d'una chiave interpretativa, oppure se lasciarsi trasportar dall'immagine, dalla narrazione e dal sentimento. Vista sotto questa duplice luce, il film acquista nuove connotazioni assolutamente apprezzabili, anche se Ki Duk, come poi ha dimostrato con Ferro3, riesce più con la pulsione emotiva che con la finezza intellettuale a far breccia nello spettatore. Nonostante una certa pretenziosità che sembra portare a tratti il regista alla confusione, questo lavoro di Ki Duk si lascia comunque guardare, nonostante risulti un po' troppo pesante per poter essere gustato appieno.
maremare  13/09/2005 01:13:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
..prodromi me l'hai copiata, vero?
JoJo  13/09/2005 10:39:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pottibile... prodromi è una parola che adoro... hihihihi...
martina74  12/09/2005 23:36:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E bravo JoJo...
Ma tu ti sei lasciato trasportare dalla narrazione o ti sei affannato alla ricerca di una chiave interpretativa?
JoJo  12/09/2005 23:37:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La prima che hai detto.
martina74  12/09/2005 23:43:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, giusto il tuo rimando alla colonna sonora, davvero lievissima e molto ben integrata nel racconto.
JoJo  12/09/2005 23:44:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, è stata la primissima cosa che m'ha colpito, ti dirò.
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  13/09/2005 08:31:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ach... stavo anch'io per risponderti su prodromi... ma sei già stato lodato...


Allora ti caz.zio per 'remakeS'! ;-)
JoJo  13/09/2005 10:38:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
RemakeS, FilmS... [prrrrrrrrrrr] (ghghghghgh)
martina74  13/09/2005 11:14:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
CameoS...
JoJo  13/09/2005 15:04:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciobar...
marie  13/09/2005 10:54:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

Questo commento è facilmente riusabile per un buon numero di film orientali me lo devo salvare.
Lasciarsi trasportare dalle immagini... se lo dici tu.
JoJo  13/09/2005 11:10:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Crisi di rigetto?
marie  13/09/2005 11:25:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sospensione temporanea
dell'attività cerebrale?
JoJo  13/09/2005 12:03:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premettendo che questo stile (specie se sei tu ad adoprarlo) mi spinge a risponderti sulla medesima lunghezza d'onda soltanto se ho il disio di attaccar briga (ed oggi non sono nella predisposizione d'animo più confacente), ho deciso d'inserire nel mio commento esclusivamente le impressioni e le sensazioni che m'ha trasmesso il film nella sua interezza, senza stare a soffermarmi sui dettagli per illustrare il senso dell'opera (e della vita - rif.). E' una tendenza che in me è sempre stata latente, e nel passato recente s'è manifestata più marcatamente, come puoi rilevare andando a leggere i miei ultimi commenti, nei quali dubito troverai più di qualche vago cenno a trama e particolari della pellicola tratta in esame.
marie  13/09/2005 13:01:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chiedo venia, l'avevo confusa con un mio conoscente ,
voi siente dunque un estimatore di aspetti narrativi ed estetici di indiscutibile interesse,che mi duole non aver saputo degnamente apprezzare durante la visione, ma da cui in seguito procurerò di lasciarmi trasportare, mettendo da parte velleità analitico-introspettive sul senso dell"opera".
[in questo modo potrò vedere un elevato numero di film con la certezza di dare a tutti 7/8 ma anche 9! Grazie!]
JoJo  13/09/2005 13:09:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prontamente Vi scuso per l'equivoco, e non abbiate tema di giudicare come più Vi aggrada qualunque pellicola abbia la gioia (auspicarla è sempre bene, seppur talvolta fallace) d'ammirare, ma ricordateVi che una sovrastima di molti film rischia di svilire quelli veramente superiori. Non c'è certamente bisogno che mi ringraziate, comunque, non necessitavate certo della mia autorizzazione per poter sostener qualsivoglia tesi, o no?

P.S.: non dev'esserci necessariamente dicotomia tra il trasporto emotivo e l'analisi intro/retrospettiva d'un'opera, non credete?
marie  13/09/2005 14:01:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Va bene,basta con questa specie di farsa.
Il tuo indiretto consiglio a non sovrastimare non l'ho capito,forse sei tu che sovrastimi.
Hai ragione,credo di poter sostenere una tesi senza la tua autorizzazione[che c'entra poi?].
L'idea di base che sostengo e che continuo a sostenere è che l'apprezzamento di film simbolici
non può prescindere da un' analisi approfondita degli intenti sottostanti la rappresentazione.
Puoi certamente decidere di spegnere il cervello e accogliere la semplice storia di un mezzo amore
tra due adolescenti e la rabbia di un padre deluso e pieno di odio,rappresentata in modo elementare,
con un'evento centrale, la vendetta, che si ripete amante per amante [noia infinita],
il tutto calato in scenografie deprimenti, ma se questo riesce ad emozionarti non posso che rallegrarmene ;)
JoJo  13/09/2005 14:59:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

SPOILER A CASO

Lo stile orientale, quello del famoso background che tu citavi in altro commento, segue determinati schemi dai quali molto difficilmente i registi svicolano. Questa la si può vedere o meno come una restrizione, ma non impedisce ai registi di fare film assolutamente originali: penso ad Audition, dove c'è sempre la cara vecchia donna coi capelli lunghi, e c'è l'uomo cane con la lingua tagliata (elemento che ricorre in Old Boy e pure in Ichi The Killer, ma potrei continuare), nella narrativa più prettamente sentimentale invece vengono privilegiati i silenzi e la narrazione simbolica, le inquadrature intimiste che tendono a rappresentare lo spettatore quasi come un voyeur o comunque come un corpo estraneo e lontanissimo (nella sua partecipazione) dalla vicenda (In The Mood For Love, 2046, Ferro3...). Kim Ki Duk non lascia nulla al caso, e non si perde nemmeno in virtuosismi fini a sé stessi, nel prolungamento voluto delle sequenze, nelle ripetizioni esasperate e futili delle stesse situazioni. Poi, se permetti, dire che il tema portante del film (anzi, l'evento centrale) sia la vendetta è una panzana colossale: se proprio devi tirar fuori un sentimento che tira le fila di tutta la rappresentazione esso è semmai l'amore.
D'altra parte, questa "samaritana", figlia d'un cristiano (in Corea!!!), sembra più che altro incarnare una di quelle figure da redimere (e redente) tipiche di certe riletture evangeliche eretiche alla Bulgakov o Saramago, in una versione riveduta e corretta con occhio orientale. Una ragazzina che con lo stesso schema del Chow di 2046 ripaga i clienti dell'amica per distruggere il legame affettivo (e di credito) che questa instaurava con essi (unilateralmente, tra l'altro, come viene sintetizzato dal comportamento del musicista offeso), portando a volte comunque l'amore e la pace (vedi un paio di conversazioni post coito) pur inconsapevolmente buttando via i propri. La cristianità, dicevo, che siam sicuri che Ki Duk non voglia far sfociare nel bigottismo? Non è che il tanto conclamato errore sulle rivelazioni di Fatima in Portogallo anziché in Italia non sia voluto? Non è forse un'evidenziazione della superficialità (in quel momento di dubbio, in quanto ha appena scoperto ciò che combina la figlia) del credo del padre, che non appena vien messo in crisi manda tutto all'aria per dar tanti saluti alla "religione del perdono"? Lo stesso titolo non può che spingere nel fare riflessioni di questo genere. Bada ben, non voglio dar adito a caccie alle streghe, non sia mai, ma questa è una cosa da non escludersi.
Dire che c'è una rappresentazione elementare di una storia può anche voler dire non aver colto le implicazioni sotterranee dei simboli presenti. Anzi, questa storia semmai pecca al contrario: ce ne sono troppe, Ki Duk non è avaro di pensieri, semmai sin troppo prodigo (beninteso, anche questo è un errore). Si può dare una visione più a sfondo religioso tramite la quale si ha la discesa agl'inferi con conseguente (apparente?) risalita dovuta al pentimento d'una ragazzina persa nel peccato, grazie ad un padre nei panni dell'angelo vendicatore che dopo tanta violenza mostra la strada della redenzione tramite l'amore (sentimento questo molto cristiano, non a caso) paterno. Oppure una visione più moralista dove chi sbaglia paga, tutti, dal padre di famiglia umiliato davanti ai suoi cari, al padre della samaritana che si costituisce, alla figlia che viene lasciata sola al mondo per quello che ha fatto. Queste sono state le due chiavi di lettura che mi sono immediatamente saltate agli occhi, ma ce ne sono anche altre, e non sono certo alternative, bensì complementari.
Altro che semplicità, questo film è sin troppo complesso...

P.S.: Il fatto che io non voglia fare un certo tipo di commento, non implica necessariamente che non sia in grado di farlo.
marie  13/09/2005 15:16:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

Ah ma allora non stavi dormendo davanti allo schermo.
Bentornato caro, tipicamente arrogante JoJo ;)

[Il fine giustifica i mezzi]
JoJo  13/09/2005 15:26:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io non dormo mai davanti allo scher...rroooooonf....

[il fine non ha bisogno d'essere giustificato]
marie  13/09/2005 14:05:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi




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JoJo  13/09/2005 15:07:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi



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