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KREUZWEG - LE STAZIONI DELLA FEDE regia di Dietrich Brüggemann

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Niko.g     7½ / 10  08/11/2020 00:02:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attraverso 14 quadri (letteralmente quadri, vista l'inquadratura fissa), la piccola protagonista vive metaforicamente e spiritualmente le stazioni della via Crucis. La causa scatenante? Le vessazioni cui deve sottostare da parte della madre, donna più senza cuore che integralista. È su questo punto che siamo invitati a riflettere. Il discorso iniziale di Padre Weber (bellissimo incipit) sembra un inno alla guerra: soldati, battaglia, nemico, fuoco, sacrificio. Ma la spada di Gesù (Matteo 10, 34-36) non è quella del guerriero, bensì quella che pone davanti ad una scelta, in modo lacerante. Occorre dunque scegliere e Maria, mossa dall'amore smisurato per Gesù e per il prossimo, sceglie il modo più difficile e doloroso: il martirio.
A dispetto dello slogan farlocco in locandina, ideato da qualcuno che ha bisogno di essere soccorso, il film ha una personalità non consueta nel panorama cinematografico moderno, con uno stile che rimanda niente meno che a Dreyer. Però, non sempre si ha l'impressione che Bruggemann sia alla ricerca di una vera e propria discussione o si apra al mistero doloroso di quello che sta raccontando. Nel descrivere la protagonista con tratti spiccatamente sociologici, la rende una vittima fin troppo arrendevole e la priva di quella introspezione drammatica che avrebbe dato al film il respiro che gli manca.