I ORIGINS regia di Mike Cahill

Nel finale si apre una crepa nel dogmatismo scientifico del protagonista che lo porta a rivalutare la propria "ristretta" prospettiva della realtà, ma tutto ciò non causa altro che smuovere il polverone che aleggia già all'inizio del film senza però aggiungere nulla di più di quanto si sia ipotizzato fino a quel momento. Il protagonista, tramortito dai proprio traumi e dal ricordo della sua amata, si lascia a tutti gli effetti condizionare dal fantasma del suo ricordo e il film finisce con una interlocutoria sospenione sulla sua presunta brusca virata di vedute, risultando ipocrita e quasi ingenuo dato che le prove non sussistono. il test infatti fallisce, le prove (i fatti, come si sente ripetere più volte nel film) di una possibile reincarnazione non ci sono. Oltre a questo non ci è dato sapere null' altro, se non la sua nuova supposta riveduta visione da scienziato verso la realtà in senso lato. Qui, a mio avviso mancano tutte le potenziali conseguenze di uno scontro fede/scienza, causa la non focalizzazione dell'autore nel volersi sbilanciare in nessuna delle due direzioni. Peccato.

il netto sbilanciamento tra la prima parte e la seconda. Il film si taglia nettamente in due, anche se va detto che entrambe le parti sono inscindibili, ma il tono iniziale (eccessivamente romantico) mi stava annoiando al punto dal farmi abbandonare la visione. La coincidenza del numero 11 e quindi di una provvidenza (altro tema poi non approfondito e accantonato) che li avrebbe spinti ad incontrarsi e l' estrema focalizzazione sul loro rapporto amoroso mi stava lasciando un po' perplesso. Ovviamente senza una necessaria caratterizzazione dei protagonisti il film ed il finale sarebbero crollati inesorabilmente, ma rimane il fatto che il primo tempo scorre troppo lentamente rispetto al secondo. Fortunatamente poi il film si risveglia ed entra veramente nel vivo del suo essere, ma i miei gusti personali mi avrebbero portato a fare scelte di tipo diverso a livello di sceneggiatura.