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CRASH regia di David Cronenberg

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amterme63     8 / 10  14/09/2007 21:32:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film sull’ossessione: l’ossessione del godimento sessuale abbinato alla visione o all’esperienza dello shock e della distruzione violenta, operata da un incidente stradale. In altre parole sentirsi realizzati e soddisfatti solo in presenza della morte, anche della propria.
Cronenberg ci vuole fare vivere quest’ossessione allo stato puro. I personaggi agiscono fuori della realtà: si accenna di sfuggita al loro lavoro, non si sa se hanno famiglia, amicizie, attività varie. La cinepresa ce li isola dal resto del mondo e ce li mostra mentre consumano sesso o assistono a ciò che può provocare loro qualcosa che li ecciti, che stuzzichi o nutra la loro mente monomaniacale. Non si vedono mai a tavola o che mangiano qualcosa, si alimentano solo della propria ossessione. L’ambientazione periferica, anonima, buia o grigia, le splendide musiche (mamma come sono belle) fanno il resto, creando un’atmosfera perversa, emotivamente tesa.
Gli attori danno poi vita a personaggi che rimangono impressi. Catherine è un personaggio posseduto dal “piacere”. Sempre svagata, persa nella sete di sesso, il più perverso possibile. Un desiderio e un atteggiamento che le si legge bene in faccia. Il personaggio centrale è però Vaughan. E’ un’altra grande incarnazione dell’archetipo romantico dell’eroe maledetto. Conturbante, misterioso, dotato di fascino magnetico: è lui che trascina verso il male e il parossismo chi gli sta intorno. Sono sue le teorie su una “forma benigna di neuropsichiatria” e il progetto di trasformare il corpo in un oggetto metallico perfetto. La sua grande forza interiore, la voglia di superare qualsiasi limite, il desiderio recondito di morte come amore assoluto, lo porterà all’eroica autodistruzione.
Rimane il personaggio di James, impersonato in maniera banale, quasi scialba (volutamente?). Lui rappresenta la “normalità”, la quale si lascia attirare e affascinare dall’ossessione degli eroi maledetti. La parte “oscura” dell’animo umano è quella che vince e attira a sé la parte “normale”, questo mi sembra un altro messaggio del film di Cronenberg.
Lo scopo di questo film è ambiguo: può essere uno stimolo alla voglia di morbosità di tanti spettatori, ma può essere anche un’avvertimento della “ragione” a stare in guardia dall’abbandonarsi a certe ossessioni. Si tratta comunque di un film di valore.

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