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ESCOBAR: PARADISE LOST regia di Andrea Di Stefano

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JOKER1926     7 / 10  12/09/2016 19:24:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La storia della civiltà umana è stata sempre l'epicentro di un susseguirsi di fatti più o meno assurdi, negli anni 80 dunque, nella disorganizzata Colombia, emerse Pablo Escobar, trafficante di droga che con una sagacia bellica monopolizzò una intera nazione. In un secondo momento, Escobar, si prese direttamente l'intero mondo, con la legge della violenza e dell'intimidazione, quella più cruda e terminale, fu il Tony Montana della realtà. E' il caso ove la realtà sorpassa le linee del sogno e dell'ambizione.

La figura di Escobar, inevitabilmente, va trattata non solo in ambito storico, bensì anche in quello cinematografico.

I fili di questa succosa storia sono affidati nelle mani di un regista esordiente, parliamo di Andrea di Stefano, nella parte di uno dei più grandi criminali del mondo, troviamo Benicio del Toro.

"Escobar, paradise lost" però non si incanala su quelle tematiche prettamente guerresche (ci sarebbe tantissimo da far vedere) ma cerca di percorrere strade un po' diverse; il film di Andrea di Stefano diventa, a suo modo, poliedrico, offrendo una veduta diversa ed inserendo nello spaccato storie di uomini comuni, è qui la particolarità dell'operazione cinematografica.
"Escobar" perciò si snocciola attorno a due personaggi distanti dalla movida criminosa, sugli scudi una coppia di ragazzi, Nick e Maria; quest'ultima nipote del boss.
Di Stefano illustra, nella prima parte, un mondo quanto mai parallelo ad Escobar, solo nella seconda parte il tutto collima nel sangue e nell'apocalisse di uccisioni e resa dei conti. Il film, praticamente, vive in due distinti tronconi.
Per tutti questi motivi il film risulta essere dignitoso, sorprende proprio per questo. "Escobar" non si ferma nelle stazioni della convenzionalità ma cerca, con tutte le forze, di andare oltre. A nostro avviso l'operazione è riuscita.
Qualche piccolo difetto lo spettatore attento potrebbe trovarlo; insomma su alcuni personaggi (specie fra Nick e il fratello) manca un po' di corposa scannerizzazione psicologica, forse il film per riuscire in questo intento, in questa nostra richiesta, doveva durare una mezz'ora in più, almeno. Però poi il ritmo poteva pagarla cara.

A conti fatti, "Escobar", resta una sorpresa positiva, specialmente per il debuttante di Stefano che non ricorderemo qui, per una temeraria fantasia e rischio di rappresentazione cinematografica, ma per un ottimo compito svolto, fra equilibrio ed intelligenza.