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MAD MAX: FURY ROAD regia di George Miller

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  10/09/2015 14:02:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nuovo Max Rockatansky non ha il fascino del Mel Gibson che fu, ma sul carisma se la gioca senza patemi, nonostante sia costretto a grugnire o poco più per tutta la durata del film. Tom Hardy, perfetto nell'ingombrante ruolo d'azione, viene chiamato a riesumare l'iconico guerriero della strada 34 anni dopo il leggendario primo capitolo; non si tratta però di un reboot o un sequel, gli agganci con la precedente trilogia sono minimi tanto da permettere una comprensione totale a chi fosse all'oscuro dei precedenti film.
Anche perchè la sceneggiatura è talmente minimale da far quasi tenerezza. Pochissime divagazioni dal nocciolo della questione, ovvero un inseguimento attraverso lande desertiche, rocciose o fangose, dove un autocisterna zeppa di carburante e latte, ma anche di avvenenti spose/concubine sottratte al tiranno Immortan Joe ( Hugh Keans Byrne, già villain del primo film), fugge verso un non meglio specificato Eden. A guidare il mostruoso mezzo blindato ovviamente Max, ma soprattutto l'Imperatrice Furiosa, ovvero una Charlize Theron rasata quasi a zero, monca, pesta e impolverata, eppure sempre affascinante come non mai nei panni di fenomenale driver e grintosa guerriera, tanto da oscurare la figura del compagno di set spesso relegato alla figura di principale gregario.
Lo script ridotto all'osso una volta tanto non è da intendersi negativamente, "Mad Max: Fury Road" funziona infatti alla grande, la visione funerea di un mondo fatto di benzina, motori e acqua, bastano e avanzano per giustificare il rutilante on the road, una goduria per gli occhi eccitati da mille trovate messe in scena a velocità folli.
Il meccanismo narrativo è quindi semplice ma efficacissimo, oliato a dovere, privato di ogni orpello superfluo ed impreziosito da scenari mozzafiato e costumi fantastici da atelier apocalittico. Oltre a ciò si percepisce potente uno sguardo raro nel cinema action: Max e il redento Nux sono gli unici uomini ammessi in un microcosmo decadente in cui è positivamente preponderante la presenza femminile. Attorno a loro un mondo dalle coordinate geografiche primitive con tribù d'ogni genere pronte all'assalto tra culti norreni e devozioni motoristiche.
Miller ha il grande merito di trasformare uno spettacolo in fin dei conti basato su stereotipi di varia natura in qualcosa di assordante, esteticamente allucinato e dinamico sino all'eccesso, qualcosa in grado di soggiogare con la sua energica semplicità e sbatacchiare lo spettatore come un fantoccio di pezza per quasi due ore senza che ciò alimenti il minimo fastidio o il più piccolo accenno di noia.
Dick  05/01/2018 15:22:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"quasi a zero"

Non ci avevo pensato, ma dopo il flop di "Soldano Jane" non ne avevamo più viste se non erro così.