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THE REPAIRMAN regia di Paolo Mitton

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maxbld     8 / 10  05/04/2015 11:18:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco un film che definirò i n t e r e s s a n t i s s i m o! Merita senz'altro una visione, o anche due... Permettetemi una nota polemica: questo è un lavoro prezioso, cesellato direi, si vede che è fatto con passione. Ogni sequenza nasconde un particolare, qualcosa da approfondire e svelare, a partire dalla scena d'apertura, dove un'anatra cade perchè sbatte in un cavo d'alta tensione, ma pochi istanti prima del cambio di scena, si rialza. Tuttavia occorre un cervello funzionante per apprezzarlo, se no lo si definisce "lento" Muahuahuah, ridicolo! Vabbè, basta polemica :-). L'ho apprezzato questo film perchè è cattivo: non ho trovato un solo personaggio positivo in esso. Banalmente tutti gli amici del protagonista sono caratterizzati come dei veri e propri deficienti, burattini che agiscono mossi dai disvalori di una stupida società moderna che pretende che le persone siano "brillanti" o "solari". Ebbene, queste marionette, sotto una sottilissima patina di lucido, sono egocentriche, illuse, inverosimilmente id iote. Non sono che stereotipi, gente da "Non ti curar di loro, ma guarda e passa", gente 'e niente. Eppure non si commetta l'erore di pensare che il protagonista, in contrasto con gli altri, sia un personaggio positivo. Egli in realtà non risolve le sue problematiche, l'analisi della sua psicologia, che si dipana lungo la pellicola, non porta ad un happy ending, nemmeno la relazione con Helena sarà salvifica, anzi! Siamo di fronte ad una narrazione circolare: il protagonista si trova alla fine nella stessa situazione dell'inizio, solo con un'esperienza in più. Ma gli servirà poi a qualcosa? Mah, chissà, egli, con la sua invenzione, il misurometro, vuole produrre un'interferenza distruttiva per annullare le onde che non lo lasciano dormire. Efficace metafora di una vita trascorsa a combattere le interazioni umane che sconvolgono la sua quiete, ma il risultato non sarebbe che l'isolamento ulteriore. Tant'è che Helena lo lascia per un tipo "vincente" e lo congeda dandogli una foto, quando lei predicava che non si deve licenziare qualcuno in modo impersonale. Ecco il personaggio più negativo di tutti? O non sarà un po' misogino il nostro Scanio? Mah... sicuramente un disadattato (sia detto con affetto). Confesso che le sue espressioni di stupore di fronte alle assurdità dette e fatte dagli altri, mi ricordano gli sguardi persi nel vuoto di Russel Crowe in "A beautiful mind", o magari di Dustin Hoffman in "Rain man". Insomma Scanio è perso nel suo mondo, non sembra capace di uscire da un guscio che lo protegge. Forse dovrebbe?