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WINTER SILENCE regia di Sonja Wyss

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  03/03/2015 11:06:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In uno sperduto villaggio alpino quattro sorelle vivono secondo i severi dettami imposti loro da una madre taciturna ma minacciosa. Le donne sono da poco rimaste sole a causa di un incidente nel quale è rimasto ucciso il capofamiglia. Le loro giornate sono fatte di piccoli antichi gesti reiterati all'infinito ( il ricamo, la preghiera, la cura degli animali, il lavoro a maglia, ecc..), l'unico momento in cui possono sottrarsi al controllo è durante la notte. Ed è proprio in questo momento che intorno la casa fanno la loro apparizione della oscure figure incapucciate con in testa corna di cervo.
Non è un horror "Winterstilte", è più una favola di formazione in cui le presenze inquietanti non sono altro che la materializzazione dei normali desideri, delle pulsioni represse da un regime domestico fortemente inibitorio. La sessualità inespressa prende forza attraverso le figure di nero vestite, che divenute aitanti giovanotti (ma forse lo sono sempre stati, semplicemente travestiti in tal modo per incutere soggezione alla retrograda madre) amoreggiano nottetempo con le ragazze.
La regista olandese Sonja Wiss firma un'opera esteticamente affascinante ma molto ostica, dalle tempistiche dilatatissime in cui al dialogo è preferita una colonna sonora in cui si fondono folklore e religione. Di fatto l'azione è nulla, è come se il suggestivo panorama circostante, perennemente ricoperto da una spessa coltre di neve, contribuisse a smorzare i suoni e abolisse parole e gesti, senza però riuscire a spegnere il richiamo della condizione umana.
I simbolismi si sprecano mentre gli innumerevoli interrogativi restano per lo più inevasi, celati nell'andante soporifero della narrazione e dal piglio autoriale della regista in cui a prevalere è il pensiero surrealista/astratto.