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L'AMICO AMERICANO regia di Wim Wenders

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Terry Malloy     8½ / 10  30/07/2014 17:56:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un pezzo di cinema gigantesco. Come del resto gigantesco Wim Wenders è ed è sempre stato. Uno degli autori più raffinati della storia del cinema. Impossibile non riconoscere un anello magico di temi, sentimenti e sperimentazioni sregolate sulla tecnica cinematografica. Un classico della tecnica: le luci fosforescenti, inventate dal direttore della fotografia Robby Muller (utilizzò pellicole trasparenti che coprivano le finestre da cui penetrava la luce naturale, un genio), i primi utilizzi della louma, il braccio tubolare che permette arditi scorci e inquadrature. Wenders rielabora il romanzo della Highsmith con grande libertà: non ho mai letto opere di questa scrittrice, e non conoscevo l'affascinante personaggio di Ripley, ma è evidente quanto la storia si confacesse agli interessi del grande cineasta tedesco. Un uomo teso tra le suggestioni del cinema e della letteratura americana (non è un caso che due personaggi minori, ma significativi, siano interpretati da Nicholas Ray e Samuel Fuller) e dalla passione per luoghi e volti europei: Bruno Ganz e Lisa Kreuzer. Ogni elemento del film è un elemento della mente superiore di Wenders, il suo stile discende dalla sua vita. L'amico americano è un classico del suo cinema perché in poche ore ne riassume gli aspetti salienti: la solitudine, lacerante ed interiorizzata, sia di Ripley (la sua casa, un mausoleo, riecheggia della sua voce registrata) che di Jonathan, uomo non del tutto capito dalla splendida moglie (un erotismo popolare, ma denso di letterarietà per la Kreuzer) e nemmeno da Minot, il patetico gangster francese. Al centro di questa intricata vicenda sentimentale e criminale sta Ripley: un uomo, un imbroglione, non lo fa per i soldi, ma per l'amicizia impossibile con un altro uomo, non viscido, già in odore di morte, ma leale, e soprattutto bravo. Ripley si avvicina a Jonathan poiché ferito nell'orgoglio, ma poi si trova a desiderare un rapporto con lui, in quanto la solitudine è il demone che lo incalza e lo rende un "immigrato" della sua stessa insensata vita. C'è un divertissement in questo film: gli atti criminali, per quanto ansiogeni. Ciò che addolora i protagonisti (e noi) è ben altro.