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LA SAGGEZZA NEL SANGUE regia di John Huston

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stratoZ     8 / 10  24/04/2024 13:02:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Altro gran bel film di Huston, che magari non rientra tra i suoi più famosi ma fa parte della grande quantità di ottimi film che ha fatto nella sua lunga carriera, "Wise Blood" si colloca nel contesto della realtà dei reduci della guerra del Vietnam, accodandosi a grandi classici che stavano trattando l'argomento in quegli anni come "Taxi Driver" e "The Deer Hunter" per citare quelli proprio famosissimi, lo fa analizzando la realtà di provincia americana della fine degli anni settanta tramite la visione di Hazel Motes, appena tornato dal Vietnam che si ritroverà senza più certezze in una realtà totalmente differente da quella che aveva lasciato alla sua partenza, il protagonista stesso, come il resto della popolazione rimane senza punti di riferimento, l'unico appiglio sembra rimanere la religione. L'incontro con un predicatore cieco sarà la scintilla che farà scoccare in lui la voglia di creare una propria religione e predicarla, immergendosi in un mondo di predicatori, spesso ciarlatani, alla ricerca delle insicurezze della gente a scopo di lucro.

La differenza principale che si nota è come Motes creda davvero alla sua religione, della "Chiesa della verità senza cristo", che si oppone fortemente a quelle degli altri predicatori, lo si può notare dal resto dei personaggi, da Asa e Sabbath, col primo che si finge cieco, anzi accecato, per voto religioso, che cerca di sfruttare a tutti i costi la finta condizione per guadagno personale fino ad arrivare al procuratore di predicatori che vuole convincerlo ad entrare in una sorta di società perché apprezza la sua idea.

Interessante anche come Huston sembri mettere sulla stessa linea i predicatori religiosi con i venditori d'auto, Motes che si era sempre opposto agli altri predicatori si fa fregare da un venditore d'auto che lo convince che la macchina che sta comprando è nuova, arrivando a adirarsi nei confronti di chi ritiene la macchina sia in pessime condizioni e non adatta a compiere un viaggio, meccanico compreso, una piccola metafora del fanatismo religioso e della propaganda applicata al marketing.

Huston si muove nella bigotta provincia del Sud degli Stati Uniti, rappresentando un mondo allo sbaraglio, con poche certezze e un calderone di ideologie che non porta a nulla se non ad una maggiore confusione, con l'ideologia meglio venduta che l'avrà vinta sulle altre, l'interpretazione di Dourif è straordinaria, col suo sguardo sempre più allucinato, probabilmente dovuto anche allo shock sia della guerra che della perdita degli altri effetti ed affetti al suo ritorno. Nel suo negare l'esistenza di un di.o, di un inferno, paradiso, peccato, perdono e via dicendo, finirà per essere risucchiato in una spirale di follia peggiore di quella narrata dai predicatori stessi, a cui si è sempre opposto - come si vede non solo nel finale ma anche nell'omicidio del predicatore interpretato da Hickey, perché ritenuto non sincero nei confronti della causa -

Altro personaggio degno di nota è Enoch, amico di Motes, totalmente impazzito e che crederà che un piccolo cadavere esposto al museo sia il nuovo messia, una sorta di attacco al simbolismo religioso che regala feticci da venerare.

In definitiva, Huston dirige un gran bel film, l'ho trovato molto deprimente, un film nero come la pece e senza speranza, che mostra una società allo sbaraglio, nel cuore della provicia americana, alla ricerca di un messia che li salvi dalla dannazione eterna.