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CRIMSON PEAK regia di Guillermo Del Toro

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Hard to Kill     7½ / 10  28/10/2015 15:03:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un'autentica rivelazione, questo Crimson Peak è la summa del della filmografia di Guillermo del Toro. La trama è nota, soffermiamoci sui dettagli. Intanto ci sono tutti gli ingredienti delle sue opere precedenti: vermi, in questo caso farfalle nere, formiche, coleotteri, che annunciano la minaccia incombente; luoghi oscuri, ovunque, pieni di insidie ma dove si cela la verità; congegni automatici, chiavi, bauli, e orologi che scandiscono il ritmo del tempo, inesorabile; e poi i fantasmi, qui sono rimasugli di vite umane, spaventosi… e spaventati, subdoli, si celano dietro le porte o sbucano dal pavimento, come se ci fosse una realtà sotterranea che si interseca con la nostra. Eppure non sono loro il vero pericolo… Sono gli uomini, come dice Del Toro.
Il primo film in costume del regista messicano viaggia tra melò e horror puro. Tanti i pregi, ma due-tre cose in particolare gli danno una marcia in più. Senza dubbio l'ambientazione ovvero la casa in sostanza, luogo tetro e disabitato, dal design gotico, dove si svolge gran parte dell'azione. L'immagine, arricchita con tinte nere e rosso argilla. Gli effetti speciali, di cui il regista è maestro, che arricchiscono di pathos i momenti cruciali. Ottimo cast, soprattutto la protagonista, che si dimostra in grado di aderire perfettamente alle varie trasformazioni del personaggio. E infine un paio di strizzatine d'occhio al cinema classico di genere, da Bava a Hitchcook… L'omaggio a Notorius è chiaro.
Come in L'amante perduta la protagonista si trova imprigionata tra le mura domestiche, con i suoi aguzzini, senza possibilità di scappare. Nell'omaggiare il capolavoro di Hitchcook il regista messicano riprende la sua Mia Wasikowska con estrema delicatezza, soprattutto nelle fasi dell'innamoramento e della degenza nella casa, salvo poi concentrarsi sul suo lato più combattivo, nella resa dei conti finale. In questo scenario il dottore Charlie Hunnam fa un po' il Cary Grant della situazione, avendo la stessa fisicità e pur con diverso appeal; invece i due aguzzini, la Chastain e Tom Hiddleston, interpretano a dovere i loro ruoli, l'una con fredda disinvoltura e aderendo ai cliché del suo personaggio, l'altro con incontenibile charme nel ruolo che gli sembra cucito addosso. Il risultato è assicurato.