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WOYZECK regia di Werner Herzog

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  23/09/2007 00:02:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi avevano parlato di un film astruso, complesso, meno convincente del solito. L'esimio Mereghetti affronta la prevedibilità dei temi musicali in effetti Vivaldi è suggestivo ma nel contesto piuttosto fastidioso.
Io invece penso di aver assistito a un'altro colossale film di Herzog, e alla prova forse più sofferta e memorabile mai offerta da Kinski.
Il personaggio del soldato sopraffatto dal suo dovere e dalla ferrea disciplina, ma anche da un'inesorabile Inferno Mentale ("La terra scotta come l'inferno, eppure ci sto gelando" - "gli uomini sono come gli abissi. ti gira la testa se provi a guardarci dentro") è antitetico e allo stesso tempo influenzato da Aguirre e Fitzcarraldo.
Per Herzog l'Uomo, sia che ostenti la sua forza, sia (nel caso di Woyzeck) lordi la sua immensa debolezza, è sempre una creatura frustata e paranoica.
Notevoli le primissime inquadrature che sembrano un omaggio al cinema muto, con il soldato vessato dal capitano e ligio al dovere di uomo ferito, e successivamente tradito e innamorato.
Straordinario nel suo beffardo cinismo il medico che lo usa per esperimenti scientifici.

Sconvolgente apologo della follia, quasi Shakespeariano a tratti (ma c'è più di un Jago a perseguire i sospetti del protagonista: e il peggior nemico è se stesso), il film si avvale di una fotografia splendida che non ha nulla da invidiare al kubrickiano "Barry Lyndon", opera che (ne sono convinto) deve aver influenzato indirettamente Herzog.

La scena al rallenty dell'omicidio è di grande effetto visivo, ma piega le carni e gronda disperazione e pathos quando l'uomo accarezza i capelli dell'amata ormai esanime: in quella sequenza Kinski non è un attore qualsiasi. è qualcosa che va oltre il senso della vita e della morte, è la condanna (espiazione) di una Recita.

Notevole anche la spontaneità di Eva Mattes, con cui l'attore ha paradossalmente avuto un eccellente rapporto di lavoro
amterme63  11/06/2008 23:21:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ennesima tua piccola perla, Luca. Però stavolta mi tolgo io la soddisfazione di correggerti. La musica classica che fa da sottofondo alla tremenda e splendida scena del pugnalamento non è Vivaldi, ma il bellissimo Adagio di Alessandro Marcello, altro tuo grande conterraneo. In effetti la musica così triste e languida stride con la drammaticità e l'orrore della scena. Non si addice proprio. C'è da dire che Herzog ogni tanto gira scene con un accompagnamento musicale contrastante. Infatti in Fata Morgana, allo scorrere di immagini alienanti di natura arida, nuda e povertà umana faceva da sfondo la dolce e sognante musica di Leonard Cohen. Comunque c'è da dire che Herzog sceglie sempre musica bellissima per i suoi film, anche se non sempre a proposito, come qui.