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THE FOLLOWING - STAGIONE 2 regia di Joshua Butler, Marcos Siega, Alexi Awley, Brett Mahoney, Lizzie Mickery, Dewayne Jones, Scott Reynolds, Vincent Angell, Megan Martin, Kevin Williamson

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steven23     5½ / 10  29/03/2015 17:04:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco, temevo potesse accadere qualcosa di simile! Lo temevo perché sono convinto che questa serie andava conclusa dopo una sola stagione...

... comunque, non è stato così ed eccomi qui.
Se non proprio tutto, ma davvero tanto di buono che era stato fatto con la prima serie qui viene letteralmente gettato alle ortiche. Assistiamo a un calo vertiginoso della qualità degli episodi, della sceneggiatura e sì, anche di quell'atmosfera che aveva costituito uno dei cardini fondamentali della stagione precedente... già, nonostante il livello di sangue e il numero di psicopatici non sia affatto calato, manca proprio la suspence, quel disagio che là erano riusciti così abilmente a creare. E, di fatto, manca così la vera essenza dell'intera serie.

E dire che l'inizio sembrava essere alquanto promettente, non fosse altro per l'entrata in scena di quello che, per quanto mi riguarda, resta il miglior personaggio non solo di questa, ma di entrambe le serie. Ovviamente parlo di Lily Gray alias Connie Nielsen. Non solo possiede un fascino senza eguali, ma sembra essere la persona giusta per evitare rischi di annoiare puntando tutto su Carroll. Il suo approfondimento è buono, lentamente mostra la sua vera natura, e poi?? Poi ecco che rientra in scena Joe e viene completamente accantonato, lasciandogli la magra consolazione di poche quanto insignificanti apparizioni, per non parlare della fine indegna che gli fanno fare.
Già, paradossalmente è proprio il ritorno di uno dei due protagonisti della vicenda a penalizzare parecchio la serie. E' cambiato rispetto alla prima stagione, somiglia più a una macchietta che non a un serial killer, e la crescita smisurata del suo ego ha davvero poco realismo. Per non parlare di tutti i vari seguaci, a conti fatti uno più incapace dell'altro e dotati di uno spessore psicologico paragonabile a quello di un foglio di carta velina. Anche il personaggio della Curry non riesce pienamente a convincere.

Si parlava poi della sceneggiatura. Ecco, sono sufficienti tre o quattro episodi per capire che l'intenzione degli autori è semplicemente quella di allungare il brodo inserendo, dopo la rivelazione Gray, personaggi e situazioni assolutamente superflue ai fini della vicenda, per non dire grottesche. E sono proprio molte di queste situazioni ad aver privato la serie di quella suspence a cui facevo riferimento prima. Troppi omicidi, troppo sangue versato in maniera assolutamente gratuita non aiutano, casomai tolgono veridicità alla vicenda... e così la trama va lentamente a farsi benedire, salvandosi solo grazie ad alcune tirate di capelli notevoli da parte degli sceneggiatori.

Tornando ai personaggi, sul versante "buoni" il binomio Hardy-Bacon funziona meno rispetto al passato, ma comunque funziona: la nipote Max non ha quel ruolo importante che mi ero immaginato, mentre Weston potrebbe essere uno dei pochi su cui lavorare per la terza stagione (essendo già iniziata tanto vale citarla)... qui si intravede qualche tentativo di approfondirlo, niente di che ma comunque un tentativo. E non parliamo di ritorni ai limiti dell'assurdo, oppure della completa inutilità del corpo di polizia.

In definita di veramente buono rimane la capacità di intrattenere lo spettatore (a patto che non sia troppo esigente), l'intensità che riescono a regalare certi episodi, la loro crudezza e i possibili spunti per la stagione a venire.
Anche il finale è nettamente inferiore a quello della prima serie... là restavi praticamente a bocca aperta per lo stupore, qui viene solo da chiederti: "Ah, ma è finito così?"