caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'ULTIMO LUPO regia di Jean-Jacques Annaud

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  17/12/2015 10:44:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Torna centrale lo scontro uomo/natura nel cinema di Jean-Jacques Annaud. "L'ultimo Lupo" vede due studenti di Pechino (Chen Zhen e Yang Ke) inviati durante la Rivoluzione Culturale nella Mongolia interna, incaricati, in cambio di vitto e alloggio, di alfabetizzare le indigene popolazioni di pastori nomadi.
I due verranno immediatamente rapiti dai rituali arcaici di quella terra così meravigliosa - prontamente glorificata dal regista e relativo staff con immagini mozzafiato su albe, tramonti e paesaggi dall'infinito orizzonte- in cui la simbiosi tra i popoli e l'habitat circostante è perfettamente imperniata su equilibri millenari. Equilibri che verranno sconvolti dagli ordini proferiti dagli ottusi funzionari del partito di Mao, decisi ad eliminare le cucciolate dei lupi e ad arare anche gli ultimi lembi di steppa vergine nonostante il parere negativo degli autoctoni.
Chen Zhen riesce a salvare dal massacro un lupetto. I problemi non tarderanno ad arrivare, in uno scontro atavico in cui l'uomo si incorona padrone del mondo, quando invece con esso, al posto dell'attrito, dovrebbe perseguire la convivenza pacifica e il reciproco beneficio. Il messaggio ecologista è piuttosto schietto e degno di plauso, lo stesso protagonista è soggetto a critiche, difende la natura ma in fin dei conti vuole piegarla ai suoi capricci incaponendosi nel voler allevare ciò che ha sottratto senza alcun diritto.
Al tempo stesso manca lo spunto avventuroso davvero avvincente, e l'empatia con i protagonisti non scatta mai con veemenza: le motivazioni dell'uomo sono superficiali, l'animale è meravigliosamente e naturalmente altero per poter scatenare quella tenerezza/dolcezza/fragilità su cui puntano questi blockbuster con animali.
Poi il succedersi degli avvenimenti è gestito in maniera imperfetta, con un susseguirsi di varie vicende fin troppo rutilante con il risultato di doversi sorbire situazioni mai realmente sviluppate a dovere. Per non parlare dei dialoghi spesso fuori luogo o semplicistici, e dei personaggi di contorno, macchiette senza spessore alcuno.
Il film è tratto dal romanzo "Il totem del lupo" di Liu Jiamin, tra i più grandi successi letterali cinesi di sempre.