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RABID - SETE DI SANGUE regia di David Cronenberg

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Godbluff2     6½ / 10  02/05/2022 14:00:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se "Shivers" è forse il più riuscito del periodo precedente a "Videodrome" questo "Rabid" probabilmente è quello meno interessante, a mio gusto, del primo Cronenberg. Prosegue la sua personale rilettura del cinema di genere orrorifico, spostando il tema dagli "zombie" d'ispirazione romeriana all'ancora più classico vampirismo, ma questa volta il film sembra fin troppo ripercorrere gli stessi binari del precedente, con meno fantasia e con meno efficacia. Questo film ha un'attenzione maggiore alle psicologie, alle reazioni e al dramma umano dei due protagonisti (soprattutto, è chiaro, la protagonista femminile, Rose), concentrandosi molto sull'aspetto drammatico di una giovane vita sconvolta dal caso e dall'intervento esterno (ovviamente del solito medico-uomo di scienza voglioso di raggiungere nuove conoscenze) con il solito nichilismo senza speranza di Cronny, eppure la narrazione e l'introspezione sui personaggi appaiono ancora parecchio acerbe (anche se momenti validi in questo senso ce ne sono, vedi il disperato finale di Rose) e la storia non riesce ad ottenere abbastanza mordente, né Cronenberg riesce a regalare le sequenze davvero memorabili di "Shivers". Come autore (regista e sceneggiatore come sempre) qui c'è un piccolo passo indietro.
Il tema del sesso è ancora molto centrale, l'atto del piacere carnale funge quasi da congiunzione tra le ossessioni cronenberghiane e il tema classico dell'erotismo vampiresco, così come lo è quello della malattia, della corruzione che nasce all'interno del corpo umano e le conseguenti mutazioni quasi tumorali della carne. Colpisce, Cronenberg, ma in maniera meno impressionante di molte altre volte, in un film con buoni spunti ma che non riesce a separarsi abbastanza dal più riuscito predecessore e non è in grado di fornire nuove variazioni delle morbosità dell'autore come accadrà invece in "The Brood" e "Scanners".
Anche il finale, più dichiaratamente apocalittico rispetto a quello di "Shivers", non manca affatto di fascino eppure non colpisce altrettanto allo stomaco. Buona la "patina" drammatica e di inesorabile tragedia che lo accompagna.