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A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT regia di Ana Lily Amirpour

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_Hollow_     8 / 10  05/07/2016 02:16:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pieno di spoiler.

Come film è spiazzante. Alla fine della visione da un senso di incompiutezza, ma in realtà quel che si vede è tutto ciò che conta.
Non ho capito un sacco di cose che immagino esser simboliche: il canale/fossa comune, le trivelle, e un sacco di altri accenni.
Qual'è il criterio di scelta delle vittime? Già rispondere a questa domanda basilare è difficile. Persone che han smesso di lottare per migliorare la propria condizione, che han perso la speranza, e/o che sono una minaccia per le donne? Va anche detto che ogni azione della vampira porta beneficio a Dracula: la restituzione dell'auto; l'esser spinto in skateboard; l'eliminazione del padre.
Il passaggio del gatto di mano in mano? La città, Bad City, in posizione centrale (caratteristica, come giustamente fatto notare, del noir ... per non parlare del bianco e nero). La figura del transessuale? La sosta finale prima di incrociare gli sguardi?
Una delle intenzioni della Amirpour era di creare un'atmosfera onirica, e penso ci sia riuscita alla grande. Infatti, anche se non l'ho mai visto accostato, tra le influenze metterei pure Fellini. Jarmusch, col bianco e nero, i primi piani e i vampiri di Only Lovers Left Alive ovviamente salta alla mente molto più facilmente. Ma non si allontana certo nemmeno da un Let the Right One In.
In un'altra dichiarazione la Amirpour diceva di esser molto più interessata dal porre quesiti, invece che dar risposte. Come detto, anche in questo c'è riuscita alla grande. Il bello di questo film è che tutto può esser simbolico (nonostante lei, dalle interviste, rifugga un approfondimento a riguardo, centrando l'attenzione unicamente sul rapporto d'amore tra i protagonisti e la loro giovinezza). Già il fatto che sia un film di produzione statunitense ma con aspetti iraniani, ambientato in una terra di sogno, parlato in persiano; che come protagonista abbia una ragazza vestita con un maglione bianco e nero a righe orizzontali, con uno chador che ricorda un mantello da vampiro e, ad un certo punto, uno skateboard; e che questa sia "una ragazza che cammina da sola di notte verso casa" ma carnefice e non vittima (se non della solitudine) ... insomma, c'è parecchia carne al fuoco.

Sta di fatto che già solo per la stupenda fotografia, le musiche, la recitazione (inespressivi un par di balle) ecc. il film in questione sarebbe memorabile.
Lasciando perdere i simbolismi (di cui potrebbe esser pieno come un "Il cuoco il ladro la moglie e l'amante") già solo la storia d'amore, per nulla sdolcinata, tra i due ragazzi che, unici nella pellicola, tentano di completare la loro esistenza con l'altrui presenza, meriterebbe. Uniti da una solitudine che odiano e rifuggono (lui da subito col gatto, che ... boh).

Insomma, fa pensare e rimane impresso. A me certi primissimi piani di lei ricordavano addirittura la Giovanna D'Arco di Dreyer. Tante domande, poche risposte, tanto su cui pensare. Che volere di più?