barebone 5½ / 10 18/08/2015 12:03:00 » Rispondi Chiunque abbia letto il libro, si sarà subito accorto che la storia originale qui fa solo da spunto a un ampolloso "mattone" sulla società russa, di stampo Stalinista, nel periodo post-bellico. Polizia politica spietata e onnipotente, popolo terrorizato e trattato come carne da macello, contrasti e rivalità interne e perfino una strana storia d'amore rubano la scena al povero "bambino nr. 44", che farà la sua prima timida comparsa solo dopo una buona mezz'ora di vuoto pneumatico in cui il regista si dilunga a descrivere ambienti e psicologia dei vari personaggi, peraltro saltando spesso di palo in frasca ( in effetti, Espinosa si prende molto sul serio, ma la sceneggiatura fa molta acqua e spesso si fa davvero fatica a mettere insieme il corso degli eventi). Alla fine, la storia del bambino e del maniaco di Rostov (completamente stravolta rispetto al libro) finirà per occupare solo lo sfondo di questo interminabile polpettone, troppo intento a girare inutilmente su se stesso per dare i giusti spazi alla vicenda che invece avrebbe dovuto essere alla base di tutto.
Nel Cast abbiamo un Tom Hardy già discretamente monoespressivo di suo e che deve anche patire un doppiaggio che sarebbe stato molto più adatto a Shwarzy-terminator. Noomi Rapace distante anni luce dall'intensità del personaggio che gli diede fama in "Uomini che odiano le donne", in versione "normale" sembra una civetta imbalsamata. Vincent Cassel ingiudicabile in quanto ridotto a poco più di un cameo. Per fortuna che almeno c'è Gary Oldman.
Giudizio finale ?
Generalmente prolisso e a tratti davvero confusionario, si può anche gardare, ma solo a condizione di non avere sonno, di essere in qualche modo interessati alla storia russa del tempo e soprattutto che non ci si aspetti un Thriller "tradizionale".
Il film è ambientato nel 1953, e chi conosce la storia sa che Stalin morì proprio nel marzo di quell'anno, lasciando il posto tutta una serie di situazioni che però nel film non vengono mai prese minimamente in considerazione. Quindi, perchè non ambientarlo, per esempio, nel 1952 ?