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CANE BIANCO regia di Samuel Fuller

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Crimson     8 / 10  19/07/2009 12:13:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
'Cane bianco' è al tempo stesso un manifesto contro il razzismo e una metafora sul comportamento umano. L'uomo è condizionabile fin dallo svezzamento in un clima di istigazione alla violenza verso il 'diverso'. Tra le righe emerge tutto l'amaro rigetto di Fuller nei confronti del prototipo di società statunitense in cui è cresciuto e con cui si è dovuto confrontare da sempre.
Il male è impossibile da estirpare, tantomeno da ricondizionare.
Personaggi (volutamente?) abbozzati, marginali nella storia e nel senso. L'unico vero protagonista è il pastore bianco, vittima e carnefice, dualismo figlio di un condizionamento radicale e fascista.
Il perno del film è la riflessione sottesa all'azione, trasposta attraverso i sentimenti di speranza e di rassegnazione che gravitano sensibilmente attorno al cane. Le sue sorti sono costantemente in bilico nell'effetto scenico ma non nella presa di coscienza effettiva che lo spettatore è capace di stabilire ben prima della parte finale.
Le scene migliori, bisogna ammetterlo, sono quelle di suspance, soprattutto nel finale. Credo senz'altro che le aggressioni sarebbero potute essere realizzate meglio.
Le musiche di Morricone, sebbene non memorabili, accompagnano il film adattandosi nel migliore dei modi all'aspetto visivo.
Il film inoltre è registicamente valido nonostante segua un rigoroso e profondo schematismo. La sceneggiatura è debole ma costituisce un aspetto di secondo piano al fine della valutazione globale. La sequenza in chiesa col riferimento sarcastico a San Francesco è una delle migliori: bollata come 'blasfema', trascinò il film in un penoso oscuramento negli States. E' quantomeno singolare infatti il caso di Sam Fuller: realizza quell'opera semiautobiografica considerata da molti il suo capolavoro dopo 7 anni di silenzio ('il grande uno rosso', 1980) e successivamente con questo film contro il razzismo finisce per essere bollato come 'politicamente scorretto' e persino 'fascista' (?!), creando al contrario un'opera sentita, pervasa da significati di enorme valenza sociale.