caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

YOUTH - LA GIOVINEZZA regia di Paolo Sorrentino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ferro84     6½ / 10  28/05/2015 10:31:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' la vita che ci passa davanti senza nemmeno che ce ne accorgiamo, e restiamo fermi immobili a guardare il tempo che scorre ;cambiare prospettiva in vecchiaia non è possibile perchè si finisce inevitabilmente vittima dei ripianti trovando l'apatia come unica salvezza.
In un centro benessere svizzero per ricchi e annoiati signorotti, star decadute o personalità che si sono date al dolce ritiro, due grandi artisti nei loro rispettivi campi, la musica e il cinema (le due grandi passioni del regista napoletano) amici da una vita, si interrogano sulla loro situazione, sul concetto di vecchiaia e su come impiegheranno i loro ultimi anni.
Youth è un film sulla vita e sulla morte, sul desiderio di riscatto e sul rimpianto, sul dolore e sull'abbandono, un film estremamente complesso pur nella sua apparente semplicità, ma proprio per questo un film difficile che non riesce a trovare il suo equilibrio.
Paolo Sorrentino è oramai un regista che ha costruito la sua carriera su solide base ma anche su solidi clichè stilistici dai quali non sa ma fondamentalmente non vuole liberarsi, in Youth continua ad inseguire il suo cinema con riflessioni molto personali che rischiano di sfociare nell'autoreferenzialità.

Non c'è un vero sperimentalismo, c'è la staticità de "Le Conseguenze dell'Amore" con divagazioni su personaggi grotteschi nella loro normalità, c'è la riflessione esistenziale de "La Grande Bellezza" nonchè l'estetica di "This must be the place" con citazioni personalissime come erano i talking heads o in questo caso quella di Maradona .

Apro una parentesi per noi napoletani, soprattutto sui quaranta, Maradona rappresenta qualcosa di più di quello che generalmente si può pensare, rappresenta l'adolescenza calcistica, la passione, la fiducia per il futuro, il sentirsi grandi e potenti ma è anche una metafora di decadimento, di vita ma anche di una città e di una squadra negli anni successivi.

Il problema di Youth è proprio la difficoltà di trovare un equilibrio tra tematiche personalissime e quelle universali, tra le paure di un regista e di un artista e quelle dell'uomo arrivati ad una certa età.
E' proprio in questa mancanza di bilanciamento che il film frana girando su se stesso, risultando algido come sa essere Sorrentino quando non sa bene dove soffermarsi, e soprattutto il pubblico che vede questi personaggi come distanti e lontani soprattutto quello di Michael Caine, nonostante la sua magistrale interpretazione.

Il resto è costruito sulla falsariga del "Il viale del Tramonto" così come il personaggio di James Fonda sembra essere arrivato direttamente da li o forse è meglio da "Che fine a fatto Baby Jane".
Purtroppo Sorrentino crede di aver fatto un film ispirato e personale ma in realtà ha cavalcato facili clichè e poetiche posticce , rielaborando quanto già fatto.
Rimanere delusi è difficile visto che il film dà quello che ci si aspetta di vedere, ma quella profondità, quella riflessione, quella capacità di coinvolgere, di toccare le corde universali, qui si perde, non c'è sperimentazione, non c'è rischio solo rielaborazione di se stessi.

Allora si capisce come mai i migliori film di Sorrentino sono quelli con Servillo, e viceversa, il loro grande ego e straripante creatività, trova bilanciamento dal loro scontro e dalla necessità di compromesso, altrimenti vanno a ruota libera.