IperBark 8 / 10 19/07/2015 02:43:30 » Rispondi Film molto molto particolare: uno pensa "film sugli zombie" + "Arnold Schwarzenegger" e subito si immagina un film in cui il buon Arny stacca a morsi le teste degli zombie dicendo "Hasta la vista, baby" (e in questo diciamo che è anche traviato dal titolo italiano, quando l'originale punta su un neutro "Maggie"). Ecco, se pensate di vedere un ennesimo film in cui l'eroe tamarro di turno spara all'impazzata sulla folla di zombie, riuscendo a sopravvivere ad intere orde, potete pure cambiare pellicola. Qui "l'apocalisse zombie"
se così si può chiamare, visto che dalle vicende del film e da alcuni dialoghi si può intuire che in realtà l'infezione è tenuta tutto sommato sotto controllo
fa solo da sfondo. Il focus è tutto sulla vicenda familiare dei Vogel, la cui figlia è ormai prossima alla trasformazione in non-morto, e a tutto quello che questo comporta: il poco tempo rimasto, il rapido manifestarsi dei sintomi sempre più gravi e debilitanti, ma soprattutto il dramma interno di papà Arnold, indeciso se far portare via sua figlia dai militari o ucciderla lui stesso. Il film è molto lento, ma mai noioso, riuscendo a coinvolgere emotivamente lo spettatore
soprattutto grazie alle scene che vedono Maggie con gli amici (consapevoli che quella sarà l'ultima volta che la vedranno, ma che fanno di tutto per ignorare la cosa) e con il fidanzato, anche lui infetto e ormai terminale
e a mettergli una crescente ansia man mano che il virus progredisce e Arnold si ritrova sempre più solo e sempre più indeciso sul da farsi. Diverse sono le scene in cui sembra che stia per farsi viva l'azione
una su tutte quella in cui Trent, il ragazzo di Maggie, ormai ad un passo dalla trasformazione si chiude in camera sua per non farsi prendere dai militari. Probabilmente tutti si aspettavano, a quel punto, che all'apertura della porta sarebbe uscito uno zombie fatto e finito, pronto ad aggredire tutti e ad essere crivellato di colpi. Invece questo non accade e il ragazzo viene trascinato via ancora perfettamente cosciente
ma questo non accade mai, impedendo lo sfogo d'ansia allo spettatore e aumentando perciò l'angoscia. Il finale è il picco massimo di quest'ansia accumulata per tutta la durata del film, e l'ho trovato davvero ben fatto.
La tensione, alle stelle fin da quando Maggie scende lentamente le scale e si avvicina al suo papà "addormentato", si scioglie nella dolcezza del bacio di lei negli ultimi barlumi di ragione che le son rimasti, e infine commozione nel vedere che, in realtà, il fucile imbracciato da Arnold era scarico, segno che lui non sarebbe mai stato in grado di ucciderla e che avrebbe accettato il suo destino pur di non farle del male.
Un film che affronta una tematica mainstream da un punto di vista diverso, con uno Schwarzenegger meno eroe e più umano (anche se le poche scene in cui uccide degli zombie strappano un sorriso nostalgico): promozione a pieni voti.