caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

KING KONG (1933) regia di Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Borg     7 / 10  07/04/2008 20:47:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sto cercando di reprimere una personale frustrazione ormai sempre più ingombrante e fastidiosa. Ultimamente, per sfizio, mi sono messo a rileggere le recensioni del King Kong di Peter Jackson delle più disparate riviste di cinema et quotidiani italiani. Ovviamente non mi metterò a citare le fonti, né a fare estrapolati di brani, mi limiterò ad un compendio dei nodi fondamentali e ricorrenti su cui vertono tali disamine.
L’insistenza sta nel paragonare la coppia Anne-Kong del remake di Jackson a quella del ‘33 di Cooper e Schoedsack, inutile dire che da questo confronto ne esce vincitrice, per apprezzamento e per lodi, quasi esclusivamente l’incarnazione primigenia dell’attrice e il gorilla.
In particolare viene prima messa in evidenza la famosa scena della spoliazione di Anne, con Kong che la guarda lussurioso, espressione, per taluni critici, di un erotismo coraggioso e sofisticatissimo; e poi il sentimento di “amore” non corrisposto dello scimmione che renderebbe il tutto più disperato e struggente ( specialmente nella famosa dipartita sulla guglia più alta del grattacielo).
Ecco, secondo me questi sono esempi delle più becere menate intellettualistiche.
Strano, ma nessuno sembra rendersi conto che il King Kong del ’33 è essenzialmente un B-movie, diventato, a ragione, paradigma del cinema fantastico, ibridando per primo più generi del cinema d’evasione ( come dice il bravo Andrea Ferrari nel suo “Il cinema dei mostri”), ma rimane comunque inserito in quel genere di film, o meglio, visto che alcuni B-movies sono grandissimi prodotti, rientra in quelli che presentano i difetti peggiori : ingenuità narrative, buchi di sceneggiatura e personaggi piatti come il mio encefalogramma. Difetti anche voluti o ignorati, il prodotto aveva certe finalità, non si voleva fare tanto i sottili.
Il rapporto tra Anne e Kong è assolutamente inesistente. Sì, benissimo, il gorilla viene attratto fisicamente da Anne, questa è una novità, ma alla fine dove sta la differenza tra una qualsiasi ragazza urlante rapita da un qualsiasi altro mostro in un qualsiasi altro film di serie B del passato?...Lei urla, lui ruggisce…Ammazza mostri per difenderla, ma a ragion veduta diventa un mero pretesto per mostrare queste scene…
Non c’è empatia in sostanza, la bella diventa addirittura la più insopportabile scream-queen mai apparsa perché non si sforza di capire, di andare oltre l’apparenza del mostro. E qui qualche critico impettito lo sento già farneticare “ma perché essere così espliciti? Non c’è più posto per l’immaginazione, tutto viene spiegato, non posso più cogliere il dolore della bestia che intuisce di non poter essere mai amata!”MACCHISSENEFREGA!!! Non mi interessa lavorare di immaginazione se poi quello che vedo sullo schermo è realizzato con tanta goffaggine! Non mi interessa ascoltare le profonde analisi, i sofismi e il facile schierarsi per la coppia di questo film ( del ’33, capostipite, quindi per forza migliore).
Dove questo King Kong eccelle, e dove possiamo scomodare la parola capolavoro, è nell’impianto tecnico e nell’avanguardia di effetti speciali (Willis O’Brien) straordinari e bellissimi ancorché artigianali. La storia ha valore, come già detto, perché ha l’arditezza di amalgamare ogni genere cinematografico, con strizzatine d’occhio metacinematografiche che sono, appunto, solo strizzatine d’occhio.
Capolavoro tecnico quindi, ma dai personaggi, e dinamiche tra loro, prive di rilievo ( anche il Carl Denham di questo film è assolutamente melenso).
Ovviamente è inutile palesare con quale King Kong mi schieri. Peter Jackson, benché peccando per non aver aggiunto niente alla struttura della storia, ha fatto un lavoro magistrale con Anne e Kong, geniale oserei dire. Finalmente quando il gorilla muore si sente qualcosa dentro, c’è empatia, partecipazione, reale struggimento ( e non quello fasullo, ottenuto dopo attenta “analisi” dell’opera). Laddove il primo King Kong era solo un capolavoro tecnico ( doveva essere veramente un film sconvolgente per gli spettatori dell’epoca, reazione non pienamente replicata dagli effetti speciali della Weta), questo di Jackson diventa capolavoro nell’interazione tra i due personaggi che sono radice del film, mantenendo, con qualche miglioria, tutti gli altri difetti del fratello più vecchio, anche con una bella dose di magniloquenza ( il troppo amore, ma almeno c’è).
Però rimane un film migliore, perché rivitalizzato nel suo cuore. Poi prendetemi per pazzo ( Peterone di certo per primo), ma una volta tanto sono convinto che un remake sia superiore all’originale!
Ah , quando dico che Anne Darrow è la più insopportabile scream –queen che ricordi perché non si sforza di capire e andare oltre l’apparenza del mostro ( quindi è ottusa, stupida, irritante ed egoista), non intendo scagliarmi contro questa caratterizzazione negativa, quanto al suo sviluppo all’interno della pellicola.
Va benissimo che questa Anne Darrow sia “spregevole” nella sua indifferenza verso lo scimmione, ma almeno datele uno straccio di psicologia, sforzatevi di modellarla a tre dimensioni. Tutto quello che fa nel film è pronunciare battute insignificanti e urlare continuamente…
Proprio un personaggio memorabile, davvero!
Ed è impossibile che voi non possiate essere d’accordo con me, voglio dire, basta guardare il film per capirlo!
Dimenticando tutto quello che hanno scritto, elaborato, esaltato, magnificato, si dovrebbe tornare ad una visione sincera e onesta per capire veramente cosa abbiamo davanti!
Spiace solo che la compianta Fay Wray venga ricordata quasi esclusivamente per quello che è il suo peggior ruolo.
E non tiratemi in ballo il presunto surrealismo del film, i molti anni che ha ( ma se è un capolavoro il tempo non dovrebbe toccarlo? Se mi guardo, che so, M il mostro di Dusseldorf , rimango sconcertato dalla sua potenza e modernità! No, semmai i capolavori dovrebbero migliorare col tempo…) e tutte le metafore che ci vede solo un pubblico di eletti, perché altrimenti mi metto a ridere…
Straordinari solo effetti speciali e scenografie. E infinitamente superiore il remake di Jackson.
Ovviamente tutto questo ditelo sottovoce, mi raccomando, che di *****tti incattiviti pronti a mangiarvi con i panni addosso è pieno il mondo!
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  07/04/2008 21:06:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E invece hai fatto un'analisi personale ed accurata, al di là del merito, bravo, vedrai che non ti mangerà nessuno!
Invia una mail all'autore del commento wega  07/04/2008 21:16:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gran analisi, il KK del '33 è un capolavoro tecnico e decontestualizzato vale tutta la parola, quello di Jackson non l'ho visto, ma ho un'idea mia e so già come lo vedrei. Non ricordo di buchi di sceneggiatura sinceramente, ma è vero che è nato come B-movie? non so mi sembrava di no, mi sembrava fosse uno dei primi grandi classici Hollywoodiani. Mi sfugge la categoria, tornando allo script, ma per esempio un horror di allora, come Frankenstein del '33, ha delle falle memorabili, ma per il semplice fatto che era nato per impressionare la gente, non come struttura drammatica lineare e perfetta.

Invia una mail all'autore del commento wega  07/04/2008 21:22:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah che noia....classico nel senso uno dei primi film americani con un certo budget, finanziata da una major, se già lo era la RKO, ma appunto chiedo perchè mi sfugge la cosa..
Borg  07/04/2008 21:53:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, quando dico "B-movie" intendo film di genere senza particolari pretese e solitamente di non eccelsa qualità. Film in cui si sfruttavano scenografie e costumi di altri film più costosi...
King Kong credo rientri in questa categoria, pur essendo decisamente più caro e tecnicamente curato del solito...
State comunque certi che i realizzatori non intendevano fare il "capolavoro colmo di significati profondi" che poi la critica ha voluto vedere a tutti i costi.
Era un film destinato a titillare il pubblico con facilità, immediatezza, avventura e magia visiva, un blockbuster d'altri tempi insomma, che con la meraviglia dei suoi effetti speciali incantò anche chi sosteneva di avere gusti più ricercati. Da lì nacque il mito e il King Kong capolavoro totale...
Ah, quando cito M il mostro di Dusseldorf era solo per dire che un masterpiece vero lo rimane al di là del tempo che passa, ovvio che poi si tratti di un genere completamente diverso, anche se un "mostro" tormentato e struggente è presente nel film di Lang...
Invia una mail all'autore del commento wega  08/04/2008 00:28:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah tranquillo non sono uno che disdegna i paragoni a priori, certo "M", ed è pure precedente a KK, ogni volta che lo rivedo mi convinco sempre più che si tratta di uno dei capolavori più capolavori della storia del cinema.
Torok_Troll  11/09/2012 19:02:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, la stessa Fay Wray rimase profondamente delusa dal suo ruolo in King Kong, ed lei stessa che affermò "Lei non prova niente per King Kong, ma solo paura e terrore!", insomma... bisogna aggiungere altro?
Se è lei a dirlo, credo che possiamo fidarci!