kowalsky 8 / 10 21/07/2005 00:16:39 » Rispondi "Vivere, morire che importa?" Il Signor De Oliveira ci ricorda quei tediosi e temuti professori di storia del nostro passato scolastico, quei nobili maliardi accademici o del dubbio dell'intellighenzia. Trattasi dunque di film assolutamente sconsigliato a tutti coloro che confondono Bresson con Besson ("Nikita"), che non perdono un sequel di star wars o batman, che disertano i festival del cinema, che nei primi 10 minuti di un film di Kiarostami hanno già deciso di bruciare il cinema che lo proietta compreso il malcapitato bigliettaio che gli ha estirpato 7 euro. Statene alla larga, chiaro? Non potrà farvi che bene. Mi rivolgo invece a quella ristrettissima massa per cui il cinema puo' anche essere teatro filmato, o un'invito a rileggere la storia col senso etico della filosofia. Qualche pazzo esisterà ancora... allora, l'invito è di trascorrere più o meno 130' inesorabili ed eterni con cento tazze di caffè forte, e resistere fino alla fine. Dopodichè l'esperienza del film puo' essere rivelatrice, straordinaria, culturalmente ricchissima. A qualche anno dall'affresco di "parola e utopia", e dopo quel meraviglioso pamphlet sulla sconfitta delle civiltà che fu "un film parlato", l'ultranovantenne portoghese illustra la sua idea di cinema: rigorosissima, austera, statica e didattica (proprio in linea con le esperienze televisive del nostro Rossellini, "la presa al potere di Luigi XIV è un'indiretta influenza. Un'operazione coraggiosa che merita rispetto anche perchè De Oliveira rischia di essere uno dei pochi pensatori sopravvissuti della nostra epoca. Egli appartiene a quel contesto di ricerca filosofica che non c'è più, per questo è arduo faticoso insostenibile seguire con attenzione la veste oratoriale del suo cinema, il formalismo che prevale sull'immagine. Il fiume di parole (parlato eccome) o l'utopia di una parola colta al dissenso di un pubblico sempre meno propenso a spremere le meningi per un'opera che richiede una resa assoluta, e che per questo ripeto puo' dare moltissimo Costringe percio' l'umanità a riflettere sulle colpe della storia, per quanto quel germanesimo verbale e verboso possa nuocere al risultato. Lucidissima requisitoria sul potere della storia e sulle colpe della vanità umana, "il quinto impero" è "tra le cose non adatte a questo periodo", ironicamente suggerito dai servitori del Re di Portogallo di cui si parla. La storia registra immortala segue con metaforica dissezione i tormenti del giovane re, con un paggio degno del famoso Jago Shakesperiano Ma qui non si parla di ombre d'amore, ma dei miraggi della guerra, la stessa che oggi riconosce in Bush un seguace della superbia umana ("I mentitori dell'umanità ci tengono in mano come giocattoli"). Alla fine pero' di questo re colgo la spregiudicatezza, non il pericolo per quanto il suo "Dio mi ha detto di farlo" raggela il sangue davanti ai fanatismi di oggi, all'integralismo della ragione. Io trovo fin troppo persuasivo il concetto del potere che prevale sulla ragione (il re che non ascolta i suoi sudditi) o l'ossessione che lo porta a scongiurare ogni critica alle sue scelte. Ma è un dialogo tra sordi, ormai: da vecchio uomo di cinema De Oliveira sa bene quanto pretendere di essere ascoltato sia davvero troppo La monotonia statica di questo film puo' realmente annientare anche il sonno della ragione, purtroppo Nondimeno, riconosco che questo è Grande Cinema, utile più di migliaia di altri film che vengono incensati su questo sito Ma sono solo a parlarne (e nel ricordo di cio' che vissi, pur se con fatica, alla mostra del cinema quasi un anno or sono) e solo rimarro' Chi avrà il coraggio di sfidare se stesso per "il quinto impero" probabilmente non avrà timore di sorbirsi le 10 ore di Empire di Andy Warhol a telecamera fissa Ma credo proprio che molti preferiranno attraversare a nuoto un'oceano pieno di squali piuttosto che affrontare questo film
maremare 21/07/2005 01:43:23 » Rispondi ottimo commento kow! quindi dici che non lo distribuiscono questo film?
kowalsky 21/07/2005 13:14:55 » Rispondi Mi pare sia già uscito, no? Ma attento alle avvertenze: è un osso duro
fevittor 24/07/2005 02:09:33 » Rispondi beh, non si troverà nelle multisala ma i film di de oliveira sono abbastanza distribuiti. sicuramente il maestro è sempre il maestro, ma non facciamone un guru per poche menti elette! io, comunque, consiglio "la lettera", è il mio preferito.
kowalsky 24/07/2005 07:58:12 » Rispondi Ho messo in guardia gli altri prima di trovarmi (e mi farebbe in.ca.z.zare) una sequela di voti bassi Amo anch'io il suo cinema, per quel poco che ho visto Credo proprio che meriterebbe un leone o una palma d'oro "La lettera" non l'ho visto, ma ho avuto il piacere di parlarne (quanto bella, quanto bella) con la protagonista, Chiara Mas*****nni, una sera che ho avuto la fortuna di conoscerla qui al Lido
viagem 05/01/2006 11:52:55 » Rispondi Ciao Kow, hai qualche titolo di film di De Oliveira da consigliarmi per iniziare a conoscere questo regista? Se è in lingua portoghese tanto meglio! Grazie.
kowalsky 11/09/2006 13:00:11 » Rispondi Ripeto conosco piu' la sua filmografia recente... ma mi pare che sia molto incensato un film con Mastr,o,ia,nni (basta censurare questo cognome, che senso ha?) forse "tre vite e una sola morte". io ho apprezzato molto il film del 2005, presentato a Venezia, ma non ricordo il titolo, E' un film molto bello che racconta il desiderio di una donna nobile di vedere Maria in un'apparizione, e il tema religioso costituisce un perno della sua opera. Su questo tema, ti consiglio anche lo stupendo "parola e utopia", del 2002, affascinante film biografico sulla figura di padre Vieira...