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LOST RIVER regia di Ryan Gosling

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  15/03/2017 10:51:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il debutto dietro la mdp da parte di Ryan Gosling è un interessante ma fin troppo ambizioso calderone, in cui l'attore canadese getta le proprie influenze cinefile miscelandole con il proprio vissuto professionale.
L'utilizzo dei colori, delle luci e del sonoro porta dritti dritti al mentore Refn, palesi poi gli omaggi sparsi al thriller italiano anni '70 con Argento e Bava (Barbara Steele versione catatonica non è un caso) a fare da muse orrorifiche, il gusto per il surreale e per i personaggi sopra le righe porta invece al primo Lynch, per il quale Gosling mostra addirittura una sorta di feticismo comune per il fuoco.
Eccellente dal punto di vista visivo, anche grazie ad un lavoro sbalorditivo sulla fotografia, "Lost river" non va però molto oltre la mera immagine. La storia frammentata in due tronconi prende derive assurde raramente solleticanti per lo spettatore. Il novello regista sembrerebbe voler trovare lo spunto fuori di testa ma al tempo stesso geniale a tutti i costi, finendo con lo spiaggiarsi in situazioni al limite dell'onirico purtroppo poco incisive ai fini narrativi, nonostante lo sforzo di un cast pregiato decisamente in palla.
Interessante il lavoro sulle scenografie (e anche qui, par di vedere il "Gummo" di Korine), uno scenario pre-apocalittico in cui ci si barcamena cercando di non perdere quel poco di cui si è ancora in possesso mentre il mondo circostante crolla in pezzi. Sicuramente lo sguardo è rivolto alla crisi economica, motore in questa storia di sopravvivenza, quella di una madre senza un soldo e quella di un figlio pronto a fuggire lontano, ma non vi è alcuna intenzione critica in Gosling.
L'approccio è ai limiti del nonsense tra subdoli banchieri, sadici teppisti e un locale notturno dall'offerta molto particolare, in cui con Eva Mendes è regina incontrastata di un grandguignolesco show, forse ennesima citazione (chi ricorda Santanico Pandemonium?) di un profluvio di idee raccolte e messe giù senza evidente ordine ma con un fascino ambiguo non totalmente disprezzabile.