caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

HOTEL regia di Jessica Hausner

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
pinhead88     8 / 10  12/06/2012 03:30:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Se guardi a lungo dentro l'abisso, anche l'abisso guarderà dentro di te".

Non è una frase del film, ma è la prima definizione che mi è venuta in mente guardando Hotel.
Di solito non amo molto scervellarmi su pellicole allegoriche e pseudofilosofiche, ma posso dire che Hotel è uno dei pochi film che con piacere voglio analizzare più a fondo. Uno di quei film che a fine visione tornano in mente come un effetto martelletto.
Voglio analizzarlo perchè prima di tutto mi è piaciuto moltissimo, e poi perchè è talmente misterioso che il pensarci e ripensarci viene assolutamente spontaneo.
Inquietante è l'aggettivo più adatto per questa pellicola della Hausner, ma non credo minimamente che gli aggettivi si fermino qui, anzi.
Di primo impatto può sembrare un mero esercizio di stile, o addirittura solo una scopiazzatura alla Blair Witch Project, che comunque non deluderebbe neanche sotto questo aspetto. Io però ci ho visto molto di più.
Una grande metafora rappresentata come un viaggio esistenziale nell'ignoto, nel nero più assoluto dove regna l'incertezza, la paura, il buio dell'anima.
L'hotel sarebbe l'equivalente del nostro mondo: c'è una discoteca, una piscina, la protagonista conosce un ragazzo, gli piace, balla con lui, si diverte, ma all'interno dell'hotel ci sono anche molti 'perchè' irrisolti.
Queste domande che si pone la protagonista risiedono al di fuori dell'hotel, dove c'è un immenso bosco immerso nelle tenebre, da sempre simbolo atavico di inquietudine e mistero.
Il bosco sarebbe l'equivalente delle nostre più profonde paure e inquietudini, delle nostre mille domande, del motivo della nostra esistenza, aldilà del bene e del male.
Se di giorno il bosco è illuminato, la nostra protagonista viene irrimediabilmente attratta da una grotta, dove ha un bisogno ancestrale di cercare i suoi infiniti 'perchè' nel buio più fitto, o forse è solo curiosità per la leggenda di una presunta strega bruciata in quella zona cinquecento anni fa?
Dal mio punto di vista il discorso non cambierebbe poi molto poichè la storia della strega potrebbe solo essere una sorta di dettaglio aggiuntivo per immergerci ancora di più in questo incubo reale-irreale, o magari per distogliere l'attenzione da ciò che il film realmente è.
Le mie sono solo considerazioni, quindi può anche essere tranquillamente come dicevo prima un esercizio di stile di matrice Polanskiana o Lynchiana o addirittura un normalissimo horror(molto intelligente), ma ho i miei dubbi.
L'urlo finale che squarcia le tenebre è senza dubbio la parte più bella e intensa del film, in cui la nostra sexy biondina austriaca diventa tutt'uno con il bosco silenzioso, intrappolata in eterno dentro quell'abisso denso e oscuro da cui era affascinata e incuriosita, ma si sa che una volta dentro l'abisso non c'è più via d'uscita.
Molti affermano che non succede mai nulla, ma è proprio qui il bello.
In ogni momento di 'nulla' c'è suspense.
Paragonandolo ad un quadro direi senz'altro L'urlo di Munk.