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KNOCK KNOCK (2015) regia di Eli Roth

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5½ / 10  16/02/2016 11:57:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Irreprensibile marito e padre di famiglia Evan resta solo per il weekend nella sua bellissima villa. Moglie e figli al mare, fuori il temporale, qualcuno bussa alla porta. Sono due belle e giovani ragazze bagnate dalla testa ai piedi. Chiedono aiuto, la possibilità di fare una telefonata perchè si sono perse. Evan, gentile, acconsente, le fa accomodare, le conforta. Ma il gioco seduttivo delle ospiti si palesa in men che non si dica. Difficile resistere alla tentazione offerta delle due discinte lolite, Evan si aggrappa con le unghie alle sue certezze, al suo mondo dorato finendo con il cedere ugualmente. E' l'inizio del suo incubo personale, le ragazze sono parecchio fuori di testa e hanno in mente qualcosa di tremendo.
Roth mette alla berlina il perbenismo di facciata, l'ipocrisia borghese, ma lo fa a suo modo, ovvero mediante un racconto grottesco, in cui si vola spesso sopra le righe e in cui l'equilibrio non è di casa. La prima parte offre un'introduzione in cui la tensione è innegabile, a seguire però "Knock knock" perde d'intensità offrendo una marea di momenti inverosimili, addirittura spesso ridicoli.
Ci si chiede quanto sia voluta da Roth quest'ironia di fondo a rendere il gioco al massacro come uno scanzonato intrattenimento o poco più. Interessante è il ribaltamento dei ruoli, con le pecorelle trasformate in lupi. Altrettanto meritevole è la facilità con cui si instilla nello spettatore un' esplosione rabbiosa che con l'avvicinarsi del finale muta in sgradevole sensazione di ambiguità. La difesa a oltranza nei confronti di Evan cede, lasciando intravedere un mondo non poi così integro dettato dalla fragilità tipicamente umana e in questo caso maschile.
La riflessione non è da poco in quanto base di un lavoro poco "politico" e molto leggero. L'approfondimento però non va oltre, lasciando campo ad un giustizialismo a dir poco discutibile.
Remake di "Death Game" -misconosciuto film di fine anni '70- lascia intuire una crescita di Roth, questa volta non interessato a sangue e frattaglie, tuttavia ugualmente generoso con le scene forti in cui la violenza è psicologica. Keanu Reeves positivo giusto in un paio di scene, molto meglio le due avvenenti tentatrici.