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WOMAN IN GOLD regia di Simon Curtis

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  24/10/2015 01:31:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' cinema Classico, no? Forse un po' troppo raffinato, un po' datato, con qualche accademismo di troppo (uhm la Maniera che ricorda il nostro Tornatore) ma, maledizione, e' realizzato benissimo. Forse si ti aspetti un guizzo formale, un codice fuori posto, qualcosa che vada Oltre una lussuosa confezione cinematografica o sbiadite fotografie che prendono vita (beh questo e' manierismo) e invece niente...non capisci mai perche' una donna cosi fiera e caparbia si senta a un certo punto nel bisogno di rinunciare perche' "il passato e' passato"...o magari puoi trovare pretestuosa l'improvvisa coscienza civile e morale dell'avvocato dopo il primo viaggio Viennese. Pero' diamine la ricosttuzione di un'epoca e' realizzata splendidamente, ed e' come se il destino di Maria fosse segnato da un lustro che ha drammaticamente reciso, affossato la sua Stanza dei Ricordi. Un film che parla alla Memoria, svelando quell'Identita' estirpata che lotta nel tempo, al di la' della sopravvivenza, come una impellente Necessita' che si deve a chi non ha potuto piu' lottare. Curtis rivela cosi, e lo fa molto bene, che la Rimozione e' frutto di vincoli nazionalisti (ancora) dove si insidia il "possesso" dell'Arte come forma di espropriante egemonia culturale. A modo suo e' un film bellissimo, e poco importa che l'emozione arrivi tardivamente, nel lusso sfrenato di un Cinema che appare lontano, ma ancora Presente