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NON ESSERE CATTIVO regia di Claudio Caligari

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hghgg     8 / 10  10/04/2016 12:18:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragà, è un gran film c'è poco da fare. Caligari ci lascia con quello che forse è il suo film più bello e lo dico apprezzando anche i suoi due precedenti film e adesso maledico gli dei perché non potrà mai essercene un quarto.

L'ultimo film di Caligari va in ogni caso a rimpinguare la lista di ottimi film italiani usciti almeno dal 2014 ad oggi e ormai cominciano ad essere parecchi. "Il cinema italiano è morto" certo fino a quando uno vede solo quelle 3-4 commedie di mèrda e poi quando esce "Il racconto dei racconti" si annoia per me ad essere morto rimane (parte) del pubblico italiano, casomai.

"Non essere cattivo" è un gran film ed è un film molto crudo, oscuro, drammatico. Vita ai margini nelle borgate popolari di Ostia, vita senza speranza, tra povertà, eccessi e morte.

Se escludiamo il finale aperto Caligari non risparmia nulla allo spettatore, come sempre adottando uno stile realista e diretto, capace di coinvolgere davvero molto lo spettatore nelle vicende dei due protagonisti. Film crudo nel suo mostrare tanto la redenzione tanto l'inesorabile discesa verso l'abisso ed estremamente efficace nelle scene più drammatiche, si veda in pratica tutta la vicenda

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER dove un Caligari prossimo alla morte colpisce lo spettatore con un'attesa crudele per quello che sembra fin da subito un destino inevitabile.

Caligari scrive e dirige con in mente Pasolini certo eppure un film del genere a me riporta sempre e comunque alla mente anche il basilare "Mean Streets" di Scorsese, in salsa romana; Scorsese altro probabile punto di riferimento per la carriera di Caligari, in questo film mi vengono in mente le scene di quelle due-tre risse che ogni tanto vengono fuori e lo stesso pre-finale con

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Ottima prova per Luca Marinelli, ormai credo senza alcun dubbio uno dei più convincenti attori italiani sulla piazza ma bravo anche Alessandro Borghi che sinceramente mi ha convinto più qui che in "Suburra".

Caligari comunque fa "girare" a dovere tutto il cast (brava anche Silvia D'Amico).

Lo stile di Caligari è ovviamente "roba mia" mi piace molto, l'ambientazione romana (seppure nei dintorni, a Ostia) ha aggiunto, per quanto mi riguarda, ulteriore ovvio appeal al film.

L'ultimo lascito di Caligari è l'ennesimo gioiello in un periodo fertile per il nostro cinema. Ottimo.
ZanoDenis  10/04/2016 13:41:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento, sono d'accordissimo, io ci ho visto anche molte affinitá col primo Refn (I Pusher e Bleeder) per la crudezza di tematiche e stile. Di Amore Tossico cosa ne pensi?
hghgg  10/04/2016 15:00:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per la crudezza sicuramente, e il realismo. Però Refn non ce l'ho visto troppo, sarà perché anche se poco prolifico Caligari crudo e realista lo è sempre stato, da prima di Refn, quindi mi è venuto più automatico pensare ai maestri piuttosto che ad un regista anni '90. Però ci può stare. Refn poi, anche nella saga di Pusher è sempre stato un po' più virtuosistico rispetto a uno come Caligari.

"Amore tossico" è un bel film. Indubbiamente possiamo considerarlo il nostro piccolo "Panico a Needle Park" (più che lo Zoo di Berlino che forse è l'esempio che salta prima all'occhio però). Mi piace. Anche il contesto, l'Italia tossica degli anni '80, l'epoca di Andrea Pazienza e di "Pompeo". No no è un bel film anche quello, eccome.


ZanoDenis  10/04/2016 15:34:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh si anche a me é piaciuto parecchio, ha molti alti e bassi, ad esempio la recitazione troppo amatoriale non mi é piaciuta per nulla, ma per il resto si, è un gran film.
hghgg  10/04/2016 15:58:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco si, anche per quello per le drammatiche storie tossiche d'Italia negli anni '80 è meglio volgere lo sguardo al fumetto. Ed è per quello che "Panico a Needle Park" gli è di molto superiore (anche rispetto allo Zoo di Berlino tra l'altro). Lì c'erano sempre attori sconosciuti, però uno si chiamava Pacino. Eh.

Ma il realismo nel trattare quel tema, quella disperazione ai margini che Caligari evidentemente conosceva bene, quello stile così asciutto, lo rendono un bel prodotto. Siamo d'accordo.