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THE BOY regia di Craig William Macneill

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  25/09/2015 11:20:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ted ha 9 anni e vive col padre in una zona montana isolata. Gestiscono un motel che ha vissuto tempi migliori, i clienti sono sempre più rari e la mancanza di soldi si fa sentire eccome.
La madre è fuggita in Florida, e per Ted raggiungerla, sottrarsi a quell'emarginazione e dall'apatia paterna, diventa un'esigenza naturale ed ossessiva. Basti pensare che gli sporadici viaggiatori in cerca di riposo e ristoro sono immediatamente vittima delle attenzioni morbose del ragazzino, il quale cerca un surrogato di famiglia in quei volti sconosciuti, nella speranza di ottenere attenzioni, affetto, ma anche solo una fugace compagnia.
Il cielo plumbeo e la nebbiolina penetrante rendono il luogo ancora più malinconico, quasi minaccioso, perso nel nulla geografico in cui Ted comincia a progettare un piano deviato dopo aver ingoiato l'ennesima delusione. La ferocia di cui si fa carico sembra non essere gratuita, bensì fomentata da semplici bisogni umani. Non è un serial killer, solo un ragazzino sveglio che gli eventi hanno costretto ad agire in modo radicale.
"The boy" fin da subito alimenta il seme della degenerazione, ma solo col passare dei minuti si comprende dove voglia spingersi il protagonista pur di scampare a quella prigionia esistenziale. Lo script è molto equilibrato in questo senso, genera dubbi ma non li dissipa alla chetichella. L'azione è sempre ben giustificata da una summa di eventi che spingono verso l'inevitabile esplosione di follia.
La pellicola soffre qualche lungaggine, sembra guardare con troppa insistenza al disagio già visto in "Gummo" o "Ratcatcher" senza però raggiungerne la durezza, al tempo stesso alcune forzature sono troppo evidenti (l'assenza del padre durante la festa dei neo-diplomati, tanto per dire).
Il lavoro di Macneill è comunque convincente nella definizione di un quadro sociale distorto, ma anche vicino al mondo infantile e di conseguenza delicato, in grado di disturbare senza eccedere con immagini shockanti o troppo calcolate sino a giungere artificiose.
Il senso d'angoscia si percepisce poderoso, e cresce anche la pietà verso un bimbo in fin dei conti senza colpe; non sono la noia o la follia a farlo scivolare in un limbo oscuro. E' l'abbandono con relativo bisogno di amore a tramutarlo in un "mostro", e ciò è ancora più crudele.
hghgg  25/09/2015 12:44:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vecchio mio le tue segnalazioni sono sempre, immancabilmente, tra le più interessanti del sito.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  28/09/2015 11:28:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sopravvaluti, ma ti ringrazio :)