kowalsky 7½ / 10 17/10/2015 01:28:32 » Rispondi Certo questa parabola Kafkiana e' inevitabilmente noiosa, essendo un film distopico completamente diverso da molti altri film del genere...e' controverso e intrigante, perche' stavolta e' difficile prospettare un futuro lontano dal gene malefico della societa' contemporanea. Qualcuno dice che si prende troppo sul serio, al punto che il nonsense (v. I solitari che "ballano da soli" con gli auricolari nelle orecchie quasi come il Tommy-mago del flipper del film di Ken Russell) diventa perfettamente legittimo. E' anche probabilmente il film piu' angosciante, violento e astruso degli ultimi anni, e una delle ragioni per cui non so se lo rivedrei ancora non nell'immediato futuro (ehm). Come punto di contatto mi pare ci sia un film nordico (norvegese?) di cui non ricordo il titolo, almeno a livello figurativo, e un'excursus socio-apocalittico degno del Saramago di "Cecita'". Credo sia un film importante, vanta dialoghi memorabili oltre a una parte narrativa incombente che sembra aderire visivamente con l'empasse temporale della storia. Puo' innescare ampi dibattiti sulla passiva sottomissione dell'individuo al proprio destino o alla violenza sociale come forse hanno fatto il Salo' di Pasolini o "Il nastro bianco" di Micheal Haneke. Colin Farrell appare imbolsito e poco carismatico nella sua freddezza, ma Rachel Weisz e una formidabile Lea Sedoux garantiscono appieno il risultato nei loro ambigui personaggi specialmente la seconda. Lanthimos sembra vicino al cinema di Leo Carax, mentre guida una vena grottesca ai limiti del parossismo, come quando i proprietari dell'hotel cantano malissimo un hit di Gene Pitney o qualcuno di loro mima il "pericolo" della solitudine nella dimensione umana del mondo. E' quello stesso mondo che "impone" le relazioni sentimentali anche quando il srntimento non esiste, come una giostra di sopravvivenza alla quale tutti sembrano aggrapparsi, anche "chi costruisce una vera famiglia". Ripeto, e' un film che non consiglio ai deboli di stomaco o ai depressi cronici, soprattutto se il disagio maggiore e' accentuato da una Comunita' che vive i rapporti come una forma di longevita' per non trasformarsi in Animali che noi siamo. Ma proprio per questa duplicita' per la sua mancanza di arroganza stilistica e per l'Umanesimo che traccia in tanta sordida freddezza, merita di essere visto
Colin Farrell va fino in fondo con la cecità o se la dà a gambe, lasciandola sola al tavolino del bar?
Suskis 14/06/2016 21:09:32 » Rispondi la seconda che hai detto
kowalsky 19/10/2015 02:04:58 » Rispondi Insostenibile, ma necessario...volevo che finisse prima di...e cosi e' stato. Credo che il messaggio sia questo, ormai non esiste alcun tipo di liberta' il conformismo dittatoriale delka societa' ha imposto su tutti la sua logica crudele di sopravvivenza relazionale