caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THANATOMORPHOSE regia di Éric Falardeau

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  31/05/2017 10:15:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Delusa dal rapporto col fidanzato grezzo e prepotente, oltre che dalla impasse creativa in cui è precipitata, Laura comincia inspiegabilmente a decomporsi. Anzichè ricorrere alle cure sanitarie accetta quel lungo calvario, come lei stessa fosse una delle sue opere pronta a mutare di giorno in giorno, fino ad assumere fattezze adatte per la morte.
Fortemente simbolico (la fenditura sul muro a forma di vagina, la casa spoglia, il sogno con la carne data in pasto, ecc...), molto ambizioso ma a tratti irrisolto e confuso, "Thanatomorphose" è un body horror in interni claustrofobici ed oscuri, accompagnato da funerei violini e da un ritmo dilatato in cui alla quasi totale assenza di dialoghi si sostituisce il suono delle mosche, della putrefazione, dei fluidi corporei rigettati dal corpo. Un lavoro notevole per cura dei dettagli e per effetti speciali, un po' meno riuscito dal punto di vista concettuale, con palese il parallelo del morire dentro riverberato nel macabro ed inesorabile appassire esterno.
Centrale resta il sesso a differenza di bisogni decisamente più prioritari, Laura continua a desiderarlo come fosse l'ultima cosa in grado mantenere agganciato alla vita il suo corpo ormai in totale disfacimento. Eros e thanatos tanto per cambiare, in una sorta di cerimoniale necrofilo in cui l'accettazione beffardamente passa ancora una volta dall'attrazione e dalla pulsione fisica. Di non facile approccio, con parecchie sequenze gore dall'incredibile "realismo", il lavoro di Eric Falardeau fa il verso a certe pellicole di qualche decennio addietro dove lo shock visivo permeava il girato; in questo caso si vorrebbe aggiungere anche qualcos'altro ma il risultato finale, per quanto lodevole negli intenti, appare piuttosto compiaciuto nell'abbondanza nauseante e non sempre convincente dal punto di vista dell'approfondimento tematico.