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IL PIANISTA regia di Roman Polanski

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Invia una mail all'autore del commento thohà     8½ / 10  26/01/2006 10:19:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Varsavia 1939: l'inizio di un incubo sulle note di un pianoforte suonato in modo magistrale.
Non puoi entrare in un bar, non puoi andare al parco, non puoi sederti su una panchina, non poi salire su un marciapiede...
Una lenta escalation verso la follia.
Una semplice domanda come: "Dove andiamo"? e parte un sparo, tranquillo, indifferente. "Perché vi picchiamo? Ma festeggiare l'anno nuovo!".
Terribile, spietato, crudele. La prepotenza, la sopraffazione, la cattiveria gratuita da parte della soldataglia. Come si può reggere tanto senza impazzire?
Magistrale l'interpretazione di Brody, commovente, con il suo viso scavato, spigoloso, gli occhi umili, spaventati, innocenti.
Invia una mail all'autore del commento goat  02/05/2006 20:41:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao! volevo ringraziarti per la dritta.ho visto il pianista ed è davvero un gran film,toccherebbe anche un cuore fatto di marmo...
grazie e ciao ;)
Invia una mail all'autore del commento thohà  03/05/2006 12:20:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma ciao... :-)
frine2  27/01/2006 01:37:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, i cretini festeggiano l'anno nuovo, ma intanto gli altri cantano canzoni di rivolta...in polacco.
Non finirei mai di enumerare le finezze di questo film. Ad esempio, i giovani e bellissimi soldatini russi, belli come devono essere i liberatori...cattivelli, però;-)
Diciamo la verità: "Salvate il soldato Ryan", con quei tedeschi immancabilmente brutti, sporchi, cattivi e vigliacchi fa venire un po' i nervi. Ottima comunque, nel film di Spielberg, la caratterizzazione del soldatino americano stupidotto e codardo....che si salva sempre.
Personalmente, non stravedo nemmeno per "Schindler's list", più che altro per le interpretazioni di Liam Neeson e Ralph Fiennes che non mi hanno molto convinta.
D'altra parte, il pur magnifico "La vita è bella" di Benigni cade nel finale: quando mai sono stati gli Americani a liberare Auschwitz?
Si potrebbero fare innumerevoli confronti. Io sono per Polanski.
Invia una mail all'autore del commento thohà  27/01/2006 09:32:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando mai saremo sullo stesso fronte? Veramente i gusti son gusti, nel tuo caso molto raffinati e, inutile dirlo, molto acuti.
Io sono più bamba. Schlinder's list mi ha commossa, anche se è stato tacciato di essere un po' ruffiano, retorico e strappalacrime.
Comunque Spielberg era ebreo, ha raccontato una storia vera e strapparmi qualche lacrima non fa male.
"La vita è bella" devo dirti che non mi è piaciuto proprio, ma per altre ragioni che non quelle storicamente sbagliate.
"Il pianista" è sicuramente più fedele e con infinite sottigliezze, difficili da cogliere.

Povero... te lo ricordi con le mani che si muovevano da sole al ricordo della sua musica? ;-)
frine2  28/01/2006 04:17:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti proprio quel costante ricordo gli permetterà di suonare, dapprima con qualche intoppo, ma poi con sempre più trascinante sicurezza, davanti all'ufficiale nazista.
Un vero musicista sa ascoltarsi anche quando non può udire. Beethoven compose la Nona quando ormai era completamente sordo. E questo Polanski (sulla scia del racconto di Szpilman) lo sa bene.
Naturalmente, anche Polanski è ebreo, come Spielberg (precisazione superflua). Solo che secondo me "Schindler's list" ha alcuni tipici difetti del film 'a tesi' : dettagli strappalacrime (vedi cappottino rosso), un cattivo che più cattivo non si può, e un buono che quando si mette a piangere rischia di far ridere (vedi allocuzione di Schindler agli operai superstiti). Per fortuna c'è il maiuscolo Ben Kingsley, e c'è comunque una costruzione eccellente che garantisce al film di Spielberg una posizione di primo piano nel cinema degli ultimi decenni.
Il film di Benigni l'ho visto due volte al cinema e almeno una terza in TV. Le prime due volte mi sono commossa fino alle lacrime (ebbene sì: capita che pianga anch'io), poi mi sono accorta che qualcosa non quadrava. Ma alcune cose sono indimenticabili, come il cavallo dipinto nello stile di Chagall. E resta comunque un'opera molto originale, poetica, perfino fiabesca, soprattutto nella prima parte. Certo, bisognerebbe cacciar via la Braschi...ma senza di lei dubito che il film sarebbe mai stato realizzato.