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IL PIANISTA regia di Roman Polanski

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frine2     10 / 10  27/01/2006 01:20:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto ad alrte opere, anche magistrali, sul tema delle persecuzioni naziste contro gli Ebrei, il film di Polanski ha qualcosa in più. Si impone infatti non solo per l'accuratezza della ricostruzione storica, per la bellezza degli effetti speciali, per la recitazione, ma anche per la lucida obiettività.
Polanski riesce a evitare il manicheismo, evidenziando senza ipocrisie le colpe di quelli che sono creduti 'buoni', e offrendo una possibilità di riscatto almeno ad uno degli aguzzini nazisti, il deluso e ormai rassegnato musicofilo. Ma il dopoguerra non sempre dà ragione a chi ce l'ha...e anche questo è realistico.
In una situazione apocalittica come quella narrata, la sorte degli uomini è affidata al caso. O quasi. Come raccontava Primo Levi in "Se questo è un uomo", la sopravvivenza era più facile per chi conosceva un mestiere utile: come il sarto francese che cuce vestiti per i compagni di prigionia che hanno trovato l'accesso ai viveri.
Ora, come può sopravvivere Szpilman (="l'uomo che suona"), che padroneggia un'arte splendida, ma è imbelle, imbranato e fisicamente poco robusto? Ed ecco che in tanto orrore accade qualcosa di meraviglioso: tutti aiutano il protagonista perché, più o meno consciamente, ammirano il suo talento. Dalla guardia ebrea, che sa dove è diretto quel treno, e finge di malmenare Wladislaw solo per offrirgli una via di scampo; agli amici musicisti, che lo accolgono, fino all'ufficiale nazista disincantato e un po' paternalistico, che scioccamente dimentica di rivelare al malconcio interlocutore la propria identità. La possibilità di un dialogo amichevole fra occupanti nazisti e occupati è presa in considerazione anche da J. Steinbeck ("La luna è tramontata") e da Vercors ("Il silenzio del mare", da cui è tratto il bellissimo film omonimo di J.P. Melville).
Miracolosa l'interpretazione di Adrien Brody, già utilizzato da registi di prima grandezza, ma non come protagonista. Adrien è riuscito a esprimere tutto quello che Polanski voleva da lui: sorpresa, sgomento, paura. disperazione...e tuttavia mai odio. Sullo sfondo, altri Ebrei del ghetto reagiscono, lottano e combattono fino alla morte. Non potranno vincere, ma lasceranno una testimonianza indelebile. Wladislaw non odia, non lotta, ma sopravvive, e lascia anche lui una testimonianza indelebile. Perché anche lui combatte contro l'ingiustizia e l'oppressione, ma a modo suo. Perché lui è...IL PIANISTA.
Invia una mail all'autore del commento thohà  27/01/2006 11:46:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
STANDING OVATION!
Ottimo Frine. Perché non fai recensioni? Saresti utile al forum!
Ti ci invito appassionatamente! Pensaci.
frine2  30/01/2006 00:29:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima di tutto grazie!
Ho riflettuto sulla tua proposta, ma una 'vera' recensione è molto più impegnativa di un semplice commento, e in questo periodo devo (letteralmente) misurare le forze. E' probabile che nel giro di qualche mese la situazione si semplifichi: in questo caso, sarò un piacere per me tornare sull'argomento.
Fra le altre cose, stiamo portando in giro per l'italia uno spettacolo multimediale ispirato agli scritti di Cesare Pavese sul mito greco. Se ne parlerà a Ferrara il 30 marzo prossimo. Quando il programma sarà disponbile on line , ti darò il link.