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IL MATRIMONIO DI MARIA BRAUN regia di Rainer Werner Fassbinder

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amterme63     7½ / 10  10/10/2012 22:03:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho avuto come l'impressione che con la storia di Maria Braun, Fassbinder volesse più che altro raccontare la storia della Germania del dopoguerra. Ci sono paralleli, tanti segni che fanno pensare a uno sviluppo della storia che fungesse anche da metafora della vita del popolo tedesco dopo il disastro del nazismo.
Prima di tutto la subitanea conversione da popolo etico e legato a grandi ideologie a popolo opportunista, pratico e materiale. La guerra e i suoi strascichi vengono presto cancellati, dimenticati (il cartello di Maria sotto le rotaie del treno) ed è una rincorsa a chi fa più soldi, a chi fa più fortuna. Così fa Maria, che si lancia nel mondo degli affari, senza scrupoli. Il difficilissimo equilibrio, che Maria tenta di tenere, fra dignità, indipendenza individuale da una parte e successo, cinismo dall'altra, si rompe alla fine a favore dei secondi. Tante scene rendono visibile il grande salto dalle macerie alla ricchezza, dalla fame all'abbondanza.
Il prezzo dell'arricchimento è però alto: i sentimenti sono venduti, distrutti dall'opportunismo e dal materialismo; piano piano si riformano nuovi rapporti di potere e di sudditanza. Nonostante la ricchezza raggiunta non c'è gioia e felicità ma estraneità e conflitto; addirittura tutto potrebbe saltare per aria.
La successione dei cancellieri tedeschi del dopoguerra nel finale svela la sottotrama politica del film.
Ma il film non è solo questo, anzi è il racconto di come il tempo, le circostanze, i compromessi cambino le persone, le stravolgano, le rendano come esse non vorrebbero. E' questa la difficile strada intrapresa da Maria, che cerca di essere libera assoggettandosi alle regole del sistema e di essere innamorata e fedele al suo uomo, dandosi a tutti quelli che la desiderano. Maria è sincera con se stessa, con tutti; è consapevole del doppio gioco che fa e dei rischi che corre. Pensa di condurre il gioco e invece non si accorge che alla fine sono gli altri che lo conducono alle sue spalle. Il gioco, la finzione quindi finiscono per avere il sopravvento sull'amore e sulla sincerità interiore. E' la vittoria dei soldi e del potere sull'amore e a Maria non resta che fermarsi prima di non essere più se stessa del tutto.
"Il matrimonio di Maria Braun" è quindi un film ambizioso e ricco di spunti di riflessione; è girato molto bene (splendide le scenografie alla Sirk), bella la fotografia, incantevole la Schygulla, eppure c'è qualcosa che non va. Secondo me la trasformazione di Maria non è raccontata alla perfezione, c'è troppa freddezza, troppo distacco nella rappresentazione, non si rende bene la drammaticità o il pathos di molte scene cruciali. Senza questo la storia non ha mordente, non ha credibilità. Fassbinder per carità è un osservatore molto attento e fine, ma tratta le vicende umane quasi con fatalismo, come se tutto fosse uguale, come se avvenisse al di là della persona che lo vive. La Schygulla è bravissima nell'incantare ma forse non dà abbastanza profondità al personaggio. Il film poi a volte ha momenti di stanca ed è forse troppo verboso e statico.
In ogni caso è un bel film da vedere.