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IL FIGLIO DI SAUL regia di Laszlo Nemes

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Thorondir     8 / 10  14/05/2022 23:33:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Raccontare uno dei più grandi drammi della storia dell'uomo in un film profondamente umanista: è quello che è riuscito a fare Nemes con questo "Il figlio di Saul". Già nella scelta registica c'è la volontà chiara di voler restituire anche solo cinematograficamente l'esperienza della vita concentrazionaria: vediamo personaggi tallonati dalla camera, che si muove sinuosa a seguire i percorsi dei personaggi (e quindi viene privilegiato il montaggio interno con abbondanza di long take). Una scelta che consente anche di vedere come in quello che lo storico Sofsky ha definito "ordine del terrore", esisteva anche una stratificata gerarchia all'interno della quale ognuno/a aveva un compito come ingranaggio del più gigantesco meccanismo dello sterminio di massa.

Questo realismo della messa in scena (insieme ad una fotografia "contenuta" e scarna quanto serve) si accompagna ad uno sviluppo umanista, rappresentato dall'obiettivo che muove le azioni di Saul: in quella scelta, nel volerla portare a termine ad ogni costo, c'è la forza di sentirsi ancora uomo, un ultimo e disperato senso di umanità nell'inferno della disumanità. E quel finale, così glaciale, marchia a fuoco quella precarietà della vita umana in un momento in cui l'uomo cessò di essere uomo all'occhio di altri uomini.