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PERFETTI SCONOSCIUTI regia di Paolo Genovese

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Matteoxr6     5 / 10  21/09/2017 21:35:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parto, come sempre, prevenuto in questi frangenti, ma già dopo poche decine di minuti divengo molto ottimista. Purtroppo a tre quarti di film scuoto la testa sconsolato. Procediamo per gradi. Soggetto non certo sperimentale, ma comunque sempre gravido di spunti da cui attingere per estrapolarne i propri filoni. Perfetti sconosciuti si presenta bene: ambientazione stimolante, toni molto pacati ma al tempo stesso briosi, merito delle azzeccate e leggere battutine spalmate ininterrottamente fino al capovolgimento del dramma. Tutto bene. Si arriva dunque al nocciolo della trama che purtroppo si condensa e si liquefà nel più classico dei classici e ingenuotti spartiti della produzione italica di bassa lega: corna, poi corna e infine corna che si intrecciano con corna, ma un filo più drammatiche, che fa tanto profondo. Segue un epilogo, vi dirò, più che dignitoso, che personalmente salvo, scena di Peppe che ferma la macchina per fare pseudoginnastica compresa. Torniamo un attimo indietro: l'intento del regista è quello di scoprire il velo di Maya che cela le ipocrisie (vedi il beffardo finale a ribadire il concetto), che si rivelano al tempo stesso, a pari merito, anche le fragilità personali nella vita di coppia. Ecco, proprio su ciò, a mio avviso, si è erta una dicotomia non necessaria che ha premiato la prima strada. Risultato: scardinamento che diventa preda dello stereotipo stesso che ci si prefiggeva di smontare. Eppure qualche guizzo sagace ci era stato mostrato: la confessione di Bianca, che si dissolve in trenta secondi; quella voglia di farsi scoprire, che viene a più riprese citata, da parte di Eva, che aveva spinto per giocare, rimane strozzata dal finale. l'incoffessata omosessualità di Peppe invece mi è parsa proprio buttata lì senza la padronanza di saper maneggiare un argomento già ben collaudato. Esaurito l'aroma del momento, che fragranza rimane da riassaporare nella mente a posteriori, molto a posteriori? La gente, le coppie, i coniugi, i fidanzati si tradiscono. Bene, nella pellicola non ci si pone la domanda successiva: perché? Spesso i motivi sono banalissimi, ma in altri casi no, e meritano un'ora a mezza al cinema. Qui non traspare nessun tentativo di introspezione dei secondi casi; anzi, non ci vengono neppure accennati. Quindi cosa rimane? Le corna, titoli di coda. Mi sforzo di trovarvi qualcosa di più, di meglio e mi viene in mente una frase importante della sceneggiatura: "Nella vita bisogna imparare a lasciarsi". Ecco, questo sì, ma è l'unico aspetto degno di un approfondimento e che salvo dell'opera. Certo, un'ora e trenta minuti sono un po' tanti. Il mio voto personale è cinque perché salvo la presentazione del contesto della prima prima ora, ma a livello di contenuti, quelli veri, si sprofonda in un quattro. Lo consieglierei? Ovviamente, no: c'è e c'è stato molto di meglio ne panorama nazione, mondiale, ma soprattutto europeo su queste tematiche.
Gruppo STAFF, Moderatore Kater  23/09/2017 17:06:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse nel film c'è qualcuno che fa le corna?