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IL CLUB regia di Pablo Larraín

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benzo24     10 / 10  02/06/2021 14:28:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quattro sacerdoti vivono insieme in una casa isolata in una piccola città sul mare. Ciascuno di loro è stato inviato in questo luogo per cancellare i peccati commessi in passato: padre Vidal, un pedofilo omosessuale represso che tuttavia dichiara di non aver mai abusato fisicamente di un bambino; Padre Ortega, trafficante di minori che ha rapito i figli di giovani e indigenti madri (che a quanto dice non volevano crescerli) per affidarli a ricche famiglie borghesi impossibilitate ad avere figli; Padre Silva, cappellano di guerra che tramite le confessioni di ufficiali e soldati del suo reggimento è venuto a conoscenza di decine di crimini efferati ed ha minacciato di renderli pubblici; e infine Padre Ramírez, un anziano mentalmente compromesso che non ricorda il motivo per cui è stato esiliato negli anni '60. Vivono sotto l'occhio vigile di una sorvegliante, Mónica, ex suora accusata, ingiustamente dice lei, di aver picchiato la figlia adottiva.

Il club si apre con un'inquadratura piuttosto ampia in riva al mare: Padre Vidal (Alfredo Castro) allena il suo levriero, facendolo correre in cerchio. L'inquadratura, al di là del suo senso letterale, veicola immediatamente un doppio significato metaforico: quello della chiusura in un universo circolare e quello, complementare, dell'addomesticamento dell'animalità (brutalmente, la libido)

È sufficiente l'irruzione di un fattore esterno a rompere l'equlibrio meticolosamente tenuto a bada: l'arrivo di Padre Lazcano scompagina irrimediabilmente l'ordine del microcosmo domestico, portando con sé il ritorno del rimosso, la recrudescenza della colpa, il rimorso in una parola. Non sfugga il carattere totalmente arbitrario dell'apparizione di Sandokan, che si materializza proprio quando il nuovo arrivato si ribella a Madre Monica e al rigido protocollo delle regole di condotta che gli ha appena snocciolato: 'Mi scusi, Madre, però non so perché dovrei sottomettermi alle stesse regole 'loro'. Non so se lei sa perché sono qui. Non ho commesso nessun delitto, nessun peccato. Non sono un invertito. Ho avuto un piccolo problema'. È proprio sulle sue parole che s'innesta, provenendo dall'esterno, la filastrocca di Sandokan, ideale prosecuzione della sua riluttanza a farsi disciplinare da questa Legge inflessibile.
Detto più semplicemente, Padre Lazcano non è che l'ambasciatore di Sandokan, il suo annunciatore, il suo messo: colui che prepara l'arrivo del personaggio deputato a lacerare irreparabilmente l'ordine stabilito...